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ULTIMA INTERVISTA

Intervista ai VOID

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Il loro album di debutto, incentrato sul conflitto tra Russia ed Ucraina, è un bellissimo lavoro che ci mostra già le qualità elevate della loro musica. Ora li intervistiamo e cerchiamo di scoprire qualcosa di più su di loro. Eccovi i Void. 1 – Ciao e benvenuti su Hardheavycore Webzine! Vogliamo cominciare parlando del vostro album di debutto? Certo, innanzitutto grazie per l’intervista. L’album nasce nel 2022, quando abbiamo formato la band e l’esigenza di intraprendere un percorso musicale con inediti era diventato ormai necessario. Poem Of An Ordinary Man è un concept album nato in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina. 2 – Quali sono le vostre influenze musicali e che peso hanno avuto sul vostro sound? Abbiamo background differenti, ma possiamo riconoscere che ci siamo ispirati in particolare nel sound a band del calibro di Audioslave, Alterbridge, Mad Season, A Perfect Circle. 3 – Che tematiche affrontano i testi delle vostre canzoni di solito? Sono temi attuali, st

BLACK MOTEL SIX "When The Pillars Collapse" (Recensione)

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Full-length, Revalve Records (2024) Secondo full-length per questa band proveniente da Roma che in una sola parola potremmo definire come: micidiale! Il loro groove metal colpisce duro, ha la tecnica giusta per potersi esprimere al meglio e ha una band davvero in palla e che è migliorata ancora rispetto al pur buon debutto di otto anni fa. Questa volta abbiamo forse un sound ancora più devastante, seppure sempre intriso nella melodia, e questo aspetto viene ben interpretato dal cantante Stefano Calabrese, una sorta di Phil Anselmo all'italiana, e quindi potremmo tirare in causa anche il nostrano Gianluca "GL" Perotti e le sue funamboliche performance nei primi album degli Extrema. E anche gli stessi Extrema emergono dai solchi di questo album, perchè a parte il groove metal, qui molte volte si rasenta il thrash, anche. Se le prime canzoni della tracklist mettono in risalto l'aspetto più "melodico" (virgolette d'obbligo) dei Nostri, a partire dal quinto e

ZED & DALIA NERA "Asocial Network" (Recensione)

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Full-length, Nadir Music (2024) Band che arriva al suo debutto dopo un po' di vicissitudini legate al cantante e chitarrista Gianni Zed e alla band Dalia Nera, che si sono riavvicinati all'incirca nel periodo 2017-2018, dopo che Gianni Zed aveva pensato ad una ipotetica soluzione come one man band, ma poi riunitosi coi suoi vecchi compagni di band. Inoltre l'emergenza da Covid-19 ha rallentato un po' i piani della band, ma oggi possiamo parlare finalmente di questo "Asocial Network" in termini del tutto postivi. Partiamo dal suo concept lirico che, attraverso l’utilizzo di metafore, tocca alcune delicate tematiche sociali di oggi, come il cyber-bullismo e la dipendenza dai social network. Musicalmente la band si muove tra l'hard rock moderno alla Alter Bridge o Godsmack fino a toccare il progressive e il djent metal. Eccezionale la prova vocale di Gianni Zed, da vero rocker di razza, con un largo uso di acuti. Anche la sua chitarra è funambolica, si lascia

TORZO "Spectri" (Recensione)

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Full-length, The Triad Rec. (2024) Dall'unione di due generi abbastanza distanti, ma che più volte hanno dato frutti tangibili della loro felice comunione di intenti, nasce una formazione come i Torzo, che ama unire l'attitudine e la veemenza dell'hardcore/punk con lo stoner metal. Questo tipo di esperimento è stato inaugurato idealmente da band come Motorhead e Venom, se parliamo perlomeno di precursori, e poi portata avanti da formazioni come High On Fire, Kyuss, Superjoint Ritual e altri ancora.  In alcuni di questi casi forse la componente hardcore è stata usata con molta parsimonia, ma in generale i Torzo si collocano proprio in questo crossover tra generi, compresi il punk, il thrash e il rock and roll. E' chiaro sin da subito che i Motorhead sono stati un punto di riferimento per questa band, perchè in chiusura troviamo proprio la cover di "Iron Fist" della band del compianto Lemmy. E' in quest'ottica che deve essere valutata questa band: pochi

NODE "Canto VII" (Recensione)

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Full-length, Nadir Music (2024) "Canto VII"è il settimo album dei milanesi Node, che possono essere considerati a tutti gli effetti come uno dei fari più illuminanti della scena death metal italiana. Arrivati a circa trent'anni di carriera e ad un numero considerevole di album all'attivo, qualcuno potrebbe pensare che questa band non abbia più troppa voglia di dimostrare nulla. Tanti si adagiano sulle loro coordinate stilistiche o propongono dischi incolori, dopo un po' di anni di militanza. Succede molte volte anche ai migliori, ma non è il caso dei Node! "Canto VII" è un disco raffinato e potentissimo, suonato con classe e intelligenza. Il primo brano "Enter The Void" (non calcolando l'intro strumentale affidata a "Pape Sátan"), è uno degli episodi più belli che il disco presenti, forte anche di un songwriting quantomai maturo e che mette in mostra momenti più estremi e altri dove la band lascia andare un po' di violenza per

GABRIELS "Fist of the Seven Stars - Act 4: Five Forces" (Recensione)

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Full-length, Elevate Records (2024) Quarto capitolo della saga su Hokuto No Ken per Gabriels, progetto solista del tastierista siciliano Gabriele Crisafulli. Hokuto No Ken è forse più conosciuto in Italia come "Ken il guerriero", manga e anime giapponese. Ottavo album di una carriera che si avvia verso i vent'anni di esistenza, anche stavolta Gabriels riesce a mettere tutta la sua passione per il melodic metal in un album piuttosto lungo e vario, con l'aiuto di altri validi musicisti, alcuni tra i più grandi della scena italiana, come ad esempio Roberto Tiranti. Chi già conosce questo progetto sa che stiamo parlando di una forma d'arte musicale che potrebbe benissimo fare da colonna sonora per qualche film. Ci sono le ampollosità e le melodie vocali ariose che potrebbero benissimo affiancare le avventure di Ken il guerriero, ma idealmente anche altre pellicole a tema fantasy/avventura. Le tastiere ovviamente sono protaginiste in tutto il disco, a scapito di una se

DYSMORFIC "To Defy The Laws Of Grindcore" (Recensione)

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EP, Love Earth Music (2024) Estremisti ed estremi nel vero senso della parola, i Dysmorfic marchiano a fuoco questo 2024 con due uscite che faranno discutere. Uno split con i Glauco, altri estremisti del suono e del "crossover", e questo mini album con quattro tracce inedite. Concentrandoci solo su questo mini, possiamo dire che la vasta discografia dei Dysmorfic si arricchisce di nuova musica, ma non solo, di nuove idee e nuovi spunti per il futuro. Coadiuvati dagli arrangiamenti del conosciuto Cristiano Roversi (vedi anche collaborazioni da parte sua con John Wetton, Steve Hackett, Jeff Scott Soto e Le Orme), questa volta i Dysmorfic riescono anche ad evocare sapori settantiani con venature prog. Tutto questo si può ben udire in "Yxs?", brano finale del lotto che oltre a sfuriate grind offre anche diversi momenti quasi psichedelici. Inutile rimarcare che questa band formata da soli due elementi rappresenta qualcosa di molto particolare nel circuito estremo italian