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ULTIMA INTERVISTA

Intervista agli HONEYBOMBS

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Gli Honeybombs sono una band italianache propone un melodic metal/hard rock che giunge al suo secondo album intitolato "There Is An Elephant In The Room" e che vede la band cimentarsi in un'opera lunga e sfaccettata. A voi le risposte di Andrew Skid, cantante della band. Potete trovare la nostra recensione di "There Is An Elephant In The Room" A QUESTO LINK . Buona lettura! 1) Ciao, Andrew, per noi è un piacere ospitarti. Iniziamo facendo un bilancio della vostra carriera...Insomma chi sono gli Honeybombs del 2025? Ciao e grazie a voi per l’invito, è sempre un piacere! Gli HoneyBombs del 2025 sono una band che ha attraversato più di un decennio di trasformazioni, cambi di formazione e nuove sfide, ma che non ha mai perso l’anima rock’n’roll con cui è nata. Siamo partiti nel 2012 a Roma da un’idea di Alex Rotten, e da allora ne abbiamo fatta di strada: il primo disco Wet Girls and Other Funny Tales nel 2017 ci ha permesso di farci conoscere non solo in Italia, ma...

INFECTION CODE "Culto" (Recensione)

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Full-length, Nadir Music (2025) Oltre vent'anni di attività e dieci album sono numeri importanti, e la band alessandrina in questione decide di assumere toni austeri sin dalla copertina, rimembrante qualcosa di vagamente death e thrash metal. Elementi che poi ritroveremo nel disco, e forse il termine "Culto", usato come titolo di questo album, sta anche a significare il culto che si potrebbe avere verso la musica metal, dato che gli Infection Code ci hanno dedicato una vita. Detto questo e detto che queste sono elucubrazioni prettamente mie, passiamo all'album, che probabilmente, lo diciamo subito, è il più strettamente metal e duro della discografia di questo combo.  Partiti come formazione metal "di frontiera", con innumerevoli influenze extra metal, ora gli Infection Code sembrano aver trovato una quadra nel classicismo di certo thrash e melodic death metal. Quindi ampio spazio a tempi medio-velodi, voci gutturali e un riffing sempre teso come corde di un...

BEYONDXPECTED "Towards Destination" (Recensione)

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Full-length, Nadir Music (2025) Album di debutto per questa ottima thrash metal band ligure, che vede in formazione il batterista Giovanni Durst (Benediction/Omicida), e che propone un thrash/death che strizza l’occhio alla vecchia scuola d’oltreoceano, ma non solo. A dire il vero le influenze death sono la parte minore di questo album, ma si possono corgere influssi di band quali i Sadus, i Kreator o anche una certa somiglianza con gli italiani Exiled On Earth, o anche volendo con i tecnicissimi Vektor. Ecco, se amate queste band, o anche il percorso di una band peculiare come i Coroner, a mio avviso dovreste seriamente prendere in considerazione l'ascolto di questo "Towards Destination", un album davvero bello, ben realizzato e che vede una band alle prese con una proposta ricca e ispirata, che difficilmente può annoiare.  Le cose sono subito chiare con le due canzoni che aprono l'album: "Mission" e "Rock Textured Attack" (primo singolo estratto ...

TENEBRAE "Loss" (Recensione)

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Full-length, Nadir Music (2025) Grande sorpresa nel trovarmi di fornte un album così ben realizzato, a partire da una copertina criptiva e quasi "futurista" fino ad arrivare ad un contenuto tutt'altro che banale. I Tenebrae sono in attività da circa vent'anni, sono una formazione italiana che propone un interessante mix tra dark/gothic metal e alcuni accenni più estremi. Non è difficile trovare nella loro musica parti più doom oriented, ma in generale i brani sono affascinanti perchè spesso hanno una evoluzione particolare. Pezzi come “Faith”, “Bet And Die”, “Freedom” o ‘Tetraluce’ cercano di mantenere alta la bandiera del dark sound italiano, del progressive, ma come già accennato, si hanno spesso delle accelerazioni che spingono quasi il quintetto verso qualcosa di vagamente black metal. La voce però non è mai estrema, ma impostata su una timbrica pulita, che evoca comunque malessere e oscurità. La produzione è molto buona e rende potenti i passaggi più veloci, ma è...

Intervista ai DISEASE ILLUSION

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I Disease Illusion giungono a quota tre album con "Plastic Ocean" e la maturità comincia realmente a sentirsi. L'album esce un po' dai classici canoni del melodic death metal e incorpora nuove influenze. Parliamo di questo ed altro con Alessandro Turco, chitarrista della band. Buona lettura. 01. Ciao Alessandro, per noi è un piacere ospitarti. Iniziamo facendo un bilancio della vostra carriera...Insomma chi sono i Disease Illusion del 2025? Ciao e grazie a voi per lo spazio! I Disease Illusion del 2025 sono una band più consapevole, matura e determinata rispetto agli esordi nel lontano 2008. In questi anni abbiamo attraversato tante fasi, sia artistiche che personali, e tutto questo ha contribuito a definire la nostra identità. La line-up è cambiata nel tempo e questo ci ha permesso di crescere musicalmente. Abbiamo affinato il nostro stile e oggi possiamo dire di avere una visione chiara di quello che vogliamo comunicare con la nostra musica. Non siamo solo una band ...

HONEYBOMBS "There Is An Elephant In The Room" (Recensione)

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Full-length, Underground Symphony Records (2025) La band HoneyBombs è stata fondata nel 2012 a Roma dal chitarrista Alex Rotten. All'inizio ci furono diversi cambi di formazione ma la band comunque ha sempre suonato dal vivo, e nel 2017 arriva l'album di debutto, intitolato "Wet Girls And Other Funny Tales". Come prometteva il titolo, l'album conteneva per lo più canzoni allegre. La band ha ricevuto molte reazioni e recensioni positive per quell'uscita ma anche dopo la band dovette affrontare diversi cambi di formazione. Oltre ad Alex Rotten, solo il cantante Andrew Skid è rimasto a portare avanti la band. Dopo la pandemia di Coronavirus, gli HoneyBombs hanno iniziato a lavorare al loro secondo album, il qui presente "There Is An Elephant In The Room".  Questa volta la band cerca di essere varia e infatti il disco contiene un po' dell'allegria degli esordi, ma anche diverse canzoni più introspettive e per certi versi malinconiche come "H...

MACHINE GUN KELLY "Hit The Road" (Recensione)

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Full-length, Diamonds Prod. (2025) Una band che appare leggendaria al primo impatto! E ora vi spiego il perchè. I Machine Gun Kelly hanno solo una grossa sfiga, e cioè che quando li nomini tutti pensano al biondo cantante simil rap americano, ma per il resto la loro leggenda deriva dal suonare esattamente come negli anni Ottanta, con un misto di dinamitardo street/hard rock ed heavy metal melodico. Con questi due generi, suonati e prodotti proprio come in quei gloriosi anni, la band ci propone questo quarto album intitolato "Hit The Road", che farà sorridere piacevolmente tutti gli orfani di quelle sonorità che mai sono scomparse, ma che hanno seriamente rischiato di sparire dai radar negli anni Novanta e con tutte le rivoluzioni musicali di quegli anni. Niente paura, pezzi come la title track o "Private Paradise" riporteranno alla vostra mente le gesta di band come Van Halen ed Ozzy, con una spruzzata di sano glam metal, tutto molto godereccio ma assolutamente ben ...