Intervista ai DISEASE ILLUSION


I Disease Illusion giungono a quota tre album con "Plastic Ocean" e la maturità comincia realmente a sentirsi. L'album esce un po' dai classici canoni del melodic death metal e incorpora nuove influenze. Parliamo di questo ed altro con Alessandro Turco, chitarrista della band. Buona lettura.

01. Ciao Alessandro, per noi è un piacere ospitarti. Iniziamo facendo un bilancio della vostra carriera...Insomma chi sono i Disease Illusion del 2025?
Ciao e grazie a voi per lo spazio! I Disease Illusion del 2025 sono una band più consapevole, matura e determinata rispetto agli esordi nel lontano 2008. In questi anni abbiamo attraversato tante fasi, sia artistiche che personali, e tutto questo ha contribuito a definire la nostra identità. La line-up è cambiata nel tempo e questo ci ha permesso di crescere musicalmente. Abbiamo affinato il nostro stile e oggi possiamo dire di avere una visione chiara di quello che vogliamo comunicare con la nostra musica. Non siamo solo una band di melodic-death metal classico, ma cerchiamo di rinnovarci continuamente mantenendo le tipiche sonorità e ritmiche aggressive unite ad atmosfere e linee melodiche ma in un linguaggio musicale che punti a un ascolto più moderno, quindi con ausilio di synth o soluzioni non tipiche del melodeath tradizionale, per così dire.

02. Descrivi con vostre parole il nuovo "Plastic Ocean".
"Plastic Ocean" è il nostro album più ambizioso ed evoluto. È un viaggio sonoro che alterna momenti estremi e violenti ad atmosfere eteree e riflessive. Abbiamo voluto esplorare nuove dinamiche, spingendoci oltre i confini dei nostri lavori precedenti, sia dal punto di vista della produzione che della composizione. I brani sono tecnicamente curati, ma sempre pensati per comunicare qualcosa di profondo. È un disco che parla della fragilità umana, del rapporto consumistico con l’ambiente, ma anche della necessità di reagire e cambiare facendo qualcosa di concerto.

03. Parliamo un po' dell'aspetto lirico di questo album.
L’album riprende molto certi temi che già avevamo affrontato precedentemente con “After The Storm That Never Came”, parlando del disastroso percorso che l’umanità ha intrapreso. Già dal titolo penso sia chiaro dove vogliamo andare a parare. La quantità di massa artificiale ha superato quella naturale e l’oceano è una discarica piena zeppa di plastica e gli unici che possono fare qualcosa siamo noi. Non è propriamente un concept album, ma i brani raccontano storie diverse anche se legate da un filo comune. I testi di Plastic Ocean sono quindi riflessioni su situazioni riguardanti temi sociali e ambientali per spronare una reazione di cambiamento che riguarda tutti.

04. Parliamo dell'Italia metal. Stiamo riuscendo ad uscire completamente dall'underground, secondo te? E per voi come vanno le cose?
Il metal in Italia è vivo e vitale, ma resta ancora fortemente legato a una dimensione underground. C’è un’enorme quantità di band talentuose e appassionate, ma manca spesso il supporto strutturale, sia a livello di promozione che di spazi per suonare. Detto questo, vediamo segnali positivi: ci sono realtà che si stanno muovendo con professionalità, media che danno visibilità, festival che crescono e attirano pubblico. Per quanto ci riguarda, stiamo vivendo un periodo molto attivo: il nuovo disco sta ricevendo ottimi feedback, abbiamo diverse date in programma, tra cui la partecipazione al Southammer Fest, e stiamo lavorando per portare la nostra musica anche oltre i confini nazionali. Lavoriamo duro ogni giorno per continuare a crescere, senza compromessi ma con i piedi ben saldi nella realtà.


05. Quali sono le band che più hanno influenzato i Disease Illusion e quali ancora lo fanno?
Le nostre influenze in origine erano chiaramente i pilastri del melodic death metal scandinavo come In Flames, Dark Tranquillity e At the Gates, e compagnia bella ma nel tempo la line-up è cambiata. Ogni membro della band porta il suo bagaglio musicale, e questo rende il nostro sound ricco di sfumature. Inoltre non siamo più giovincelli e ascoltiamo tutti moltissimi generi musicali che si possono percepire nella nostra composizione e produzione, comprese diverse influenze di generi nati in tempi più recenti. In generale non ci interessa replicare uno stile, ma creare qualcosa di nostro che sia sempre interessante, non scontato e banale. Insomma niente roba fritta e rifritta!

06. Quali sono state le più grandi gioie per i Disease Illusion in ambito artistico e quali i momenti più negativi?
Il contatto diretto con il pubblico e gli eventi live sono sicuramente i momenti di più grande soddisfazione, dove la nostra musica prende vita. Inoltre essendo sparsi per l’Europa sono i momenti in cui possiamo stare assieme e vivere a pieno la band. Anche la realizzazione dei nostri video e la risposta positiva del pubblico sono sicuramente fonti di grandi gioie. Di momenti negativi veri e propri non ne riesco a pensare perché per noi fare musica è la più grande passione che ci diverte e realizza come persone e artisti anche considerando i sacrifici e la dedizione necessari.

07. Avete già fatto e farete dei concerti nell'immediato per supportare "Plastic Ocean"?
Beh il 28 Giugno ci troverete al Southhammer Metal Fest a Castel Volturno assieme a grandissime band come i Rotting Christ, Fleshgod Apocalypse, Necrodeath, Darkane e tante altre per un evento in spiaggia da non perdere assolutamente. La promozione di "Plastic Ocean" è in corso fino dai primi giorni dell’uscita dell’album partendo dal nord Italia e stiamo già pianificando la prossima stagione di live con date sia in territorio nazionale sia in giro per l’Europa.

08. Cosa prevede il vostro calendario per il 2025 o il 2026?
Il 2025 è cominciato nel migliore dei modi avendo firmato con Rock On Agency per intensificare la promozione della band con eventi live su cui puntiamo molto. Al momento stiamo lavorando intensamente per migliorare ogni aspetto tecnico del live e nel frattempo si stanno gettando le basi per il nuovo album. Il prossimo periodo sarò di certo ricco di tanto lavoro per continuare a diffondere e far crescere sempre più la nostra musica quindi invito tutti a seguire le nostre pagine social dove annunceremo tutti i concerti di volta in volta e dove potete seguirci e supportarci.

09. Abbiamo finito, concludi come vuoi!
Grazie a tutta la redazione di Hard Heavy Core per lo spazio concessoci con questa intervista. Volevamo chiudere con un invito a visitare la piattaforma Treedom dove abbiamo una nostra foresta con la quale cerchiamo di coinvolgere più persone possibile in un progetto di ripopolamento delle foreste per concretizzare realmente il messaggio che vogliamo trasmettere al nostro pubblico. Ad ogni albero piantato regaliamo una maglietta del nostro merch come gesto di ringraziamento per il contributo alla causa, per rendere questo pianeta morente un po’ più verde e respirabile. Fatevi un giro sul sito dove ci sono le ultime magliette realizzate, il cd e tanto altra robetta interessante. Ci si vede presto sotto al palco! 


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