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ULTIMA INTERVISTA

Intervista ai KALAH

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Se volete essere travolti da un metal moderno, molto influenzato dall'elettronica, con chitarre ribassate in pieno stile djent/metalcore e il tutto spruzzato con un po' di power metal, allora provate a dare un ascolto al secondo album di questi romagnoli Kalah. Noi l'abbiamo recensito QUI e ne siamo rimasti più che ben impressionati! Ora tocca alla band rispondere alle nostre domande. Buona lettura. 1 - Ciao e benvenuti su Hardheavycore webzine! Vogliamo ripercorrere i passi essenziali della carriera dei Kalah fino alla pubblicazione di "And Yet It Dreams"? Alessio: i Kalah sono nati nel 2020 e dopo aver pubblicato un paio di EP autoprodotti nel 2022 siamo usciti col nostro debut album “Descent into Human Weakness” tramite la tedesca Pure Steel Records ed abbiamo avuto l’occasione di aprire a grandi band come Vision of Atlantis, Seventh Wonder e Deathless Legacy. Nel 2023, tra un live e l’altro, ci siamo impegnati nel dare un successore al primo album ed eccoci qu

IN AUTUMN "What's Done Is Done" (Recensione)

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Full-length, My Kingdom Music (2024) Quindici anni di carriera circa e tre album all'attivo. Queste in breve le credenziali di questa band veneta, che ha anche però cambiato ad ogni release il cantante. Poco male perchè il nuovo singer, che risponde al nome di Giuliano Zippo, sembra integrarsi alla perfezione in un sound che è molto simile a ciò che band come Paradise Lost e Anathema proponevano ai loro esordi o poco dopo. Un cantante quindi che sa alternare voce pulita e voce graffiante, tutto sempre all'insegna della decadenza. Eh sì, perchè questo album non si schioda mai dalla formula dei maestri citati poco sopra, anche se a volte sembra che la band voglia buttarsi in qualche accenno di contemporaneità, con dei riff circolari e potenti che potrebbero rimandare al post rock e al post metal degli anni Duemila. Ma in buona sostanza questo è un album per chi ha amato dischi come "Icon" o "Draconian Times", o ancora "Like Gods Of The Sun" dei My Dy

ENRICO BENVENUTO "Transition" (Recensione)

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Full-length, Fusion Core Records (2024) Enrico Benvenuto è un chitarrista italiano, già conosciuto come fondatore del gruppo Dammercide. In questa sua prima opera solista si fondono armoniosamente la sua spiccata vena tecnica e quella più melodica. "Transition" è un album interamente strumentale che convince sin dai primi ascolti, perchè ha idee, freschezza e propone un progressive metal che sicuramente farà felici coloro che amano gli album interamente strumentali e soprattutto i fanatici della chitarra.  Si sentono echi dei grandi chitarristi del passato, da Vai a Satriani, a Malmsteen, ma è anche al presente che Enrico guarda, con una certa personalità e scale che talvolta sconfinano in altri territori lontani dal rock, come ad esempio in "Rainstorm" dove quasi si sente qualche accenno arabeggiante nella sua chitarra. Sono buoni gli intermezzi più tranquilli che serpeggiano tra le tracce (" Shadows (Dämmerung Homicide") , come se questo fosse un viaggio

KALAH "And Yet It Dreams" (Recensione)

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Full-length, Nova Era Records (2024) I Bolognesi Kalah sono una di quelle band che rifugge ogni tipo di classificazione. Prendono il metal e lo rivoltano come un calzino con un mix tra metalcore, groove e industrial, per farla breve. Ma dietro questo c'è una ricerca del particolare, dell'arrangiamento quasi impossibile che lascia davvero stupiti, infatti potremmo anche parlare di progressive metal tanto è complessa la loro musica.  Sicuramente l'elettronica è il fattore X che imprime a questo album un alone futuristico, ma anche il resto guarda molto al futuro. Innanzitutto Claudia Gigante è una cantante che sa modulare la sua voce come vuole, mantenendosi però sempre su registri melodici ma non andando mai a sconfinare nel symphonic power metal, e quindi non abbiamo influenze "classiche" nella sua voce (non è un soprano da opera, per intenderci). "And Yet It Dreams" è un disco che potrebbe per certe cose rimandare a band come Dragonforce, Amaranthe, all

LUCERNA "Finché la luce non si spegne" (Recensione)

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Full-length, Independent (2024) Una band che arriva già rodata nel panorama rock italiano in quanto, anche se siamo al cospetto di una band nata nel 2023, apprendiamo che " Il progetto nasce dalla passione e dalla visione di Lele Morra (DustInEyes), il cui desiderio di esplorare nuove sonorità lo ha portato a coinvolgere il chitarrista Rob Ursino (Sidhe, Impero delle ombre, Longobardeath). Alla formazione della band si sono uniti il pianista Gabriele Toia (Hideout Company, Orchestra Sinfonica di Milano, Eugenio Finardi), Riccardo Crespi (Hyades, Generation On Dope, Norimberga) al basso e Alessandro Mori (Longobardeath, Entirety, Total Death) alla batteria". Una super band? O una all star band? Va beh, andiamoci piano. Diciamo una band di navigati e capaci musicisti che cercano, proprio spulciando nella vastità di generi che hanno suonato in passato, di dar vita ad una sorta di post-rock con punte psichedeliche e progressive molto interessante. Certamente questa band ha molta

OWLBEAR "Chaos to the Realm" (Recensione)

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Full-length, Alone Records (2023) Ci risiamo, egregi signori: dagli USA arrivano questi Owlbear che, come già i Visigoth da Salt Lake City, Utah (capitanati da quel Jake Roberts che aveva messo in piedi anche la fortezza a nome Caladan Brood, inaugurata sotto il segno dei Summoning) ci propongo Heavy Metal epico, che più classico non si può! Bando quindi ad ogni evoluzione e contaminazione, e via libera a riff, progressioni e figure ritmiche che avrete ascoltato – e amato – centinaia di volte in passato. Una solida impostazione ritmica per la sezione strumentale, quindi non troppi florilegi di chitarra solista, che sa dire la sua, anche in assoli ben piazzati, ma preferisce dare spazio ai rocciosi riff che aprono power chord per poi chiuderli in palm-muting. Tutto tremendamente già sentito: gli accenti cadono sempre dove te lo aspetti, ma non è per forza un difetto: è come sentirsi a casa o alla birreria dietro l’angolo dove tutti ti conoscono da una vita. Non ci sono troppe tentazioni

Intervista ai GILIATH

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I Giliath sono una nuova realtà black metal di cui bisogna tenere conto. La qualità del loro debutto "Sefiroth" è indiscutibile e la loro devozione ad un concetto antico di black metal legato alla seconda ondata del genere non farà che far venire l'acquolina in bocca a tutti i fan di quel tipo di black metal. Abbiamo scambiato qualche parola con Dario Stella, cantante della band, mentre la nostra recensione di "Sefiroth" la potete trovare a questo link .  1 - Ciao e benvenuti su Hardheavycore webzine! Vogliamo ripercorrere i passi essenziali della carriera dei Giliath fino alla pubblicazione di "Sefiroth"? Ciao a tutti! I Giliath nascono ufficialmente nel 2020 da un'idea di Dario e Alessandro (voce e chitarra). Nel 2022 inizia la pre-produzione di Sefiroth che vede la luce ad inizio 2024 per Nova Era Records. In realtà a fine 2023 i Giliath partecipano allo split album "Del Principio e della Fine", edito sempre da Nova Era Records con la