Intervista a DEMOGHILAS


Demoghilas non è altro che l'espressione artistica di Alfred Zilla, polistrumentista pugliese che ha saputo mettere in successione diversi album piuttosto interessanti e che hanno il grande pregio di avere uno stile proprio. Ne parliamo col diretto interessato!
PS: Trovate la nostra recensione del suo ultimo album "Antagonist" QUI.

1 - Ciao e benvenuto su Hardheavycore Webzine! Vogliamo cominciare parlando di "Antagonist" in generale? 
Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, grazie del tempo e dell’interessamento innanzitutto! Intanto devo premettere e ammettere di aver fatto fatica in alcuni punti e mi scuso, mi impegnerò a non ricascarci. “Antagonist” è sempre stato pensato come è uscito: sound più Hard and Heavy rispetto al passato e pezzi più radiofonici, alcuni più carichi altri più decadenti. Ho iniziato le incisioni l’estate scorsa, sempre nel mio studio casalingo. Lo strumento principale è la mia chitarra personalizzata a doppio manico, realizzata dal mio liutaio Donato De Rubeis. Sul canto, ho voluto più recitare come ad immedesimarmi nei personaggi trattati in ogni singolo. Il sound è uscito come volevo, alla fine: chitarre vintage, batteria echeggiante, voci in rialzo. Ci sono anche due ballad e un pezzo acustico, cercando di offrire qualcosa di nuovo, anche se potrei essermi ripetuto inconsapevolmente. La copertina l’ha realizzata la mia compagna Cristina (Persefone Artist), su una mia bozza, e il mastering finale, come la maggior parte dei miei lavori, è stato fatto dal mio amico Pierpaolo Lucchesi dei Traum Jesters. 

2 - Quali sono le tue influenze musicali e che peso hanno avuto sul sul progetto Demoghilas? 
Il mio gruppo preferito, che mi accompagna da quindici anni, che mi ha ispirato a fare musica per davvero e che vedrò dal vivo per la settima volta, sono i Rammstein. Nel mio primo album, “Vengeance on All!” ho usato un suono di chitarra che ha ideato il loro chitarrista su Native Instruments. I miei generi preferiti sono l’Industrial, il Gothic e il Doom, e ammiro molto le colonne sonore di film e videogiochi come Final Fantasy IX e MediEvil. Altri miei gruppi preferiti sono Black Sabbath, Death SS e Goblin. E negli ultimi tempi ho scoperto un particolare interesse per il Folk Viking. 

3 - Demoghilas odora ancora di underground puro. Non hai una produzione perfetta e il tuo sound a tratti risulta scarno ed essenziale? Era una tua scelta precisa o altro? 
Scelta precisa, quella di fare musica in piena libertà senza vincoli e pressioni. Mi piace lavorare da solo senza avvalermi di agenti esterni, anche per delle esperienze deludenti nel cercare di mettere su una vera band. Mi sono preso il mio tempo per studiare i processi di registrazione e mixaggio, e riconosco tuttora di avere ancora molto da imparare. Posso solo promettere che mi impegnerò sempre a correggere i difetti e migliorare, dallo stile vocale alla produzione, per quanto mi sarà possibile, lo giuro. 

4 - Che tematiche affrontano i testi delle tue canzoni di solito? 
Il disprezzo per il mondo di oggi, il Lato Oscuro e le citazioni ad altre storie sono i punti principali del mio progetto. Le mie canzoni sono le storie della mia vita, di quelle esperienze negative e ingiuste a cui sono sopravvissuto e che mi hanno segnato (bullismo, abbandoni, rifiuti, inganni, malattie…) Scrivo queste storie come una terapia di sfogo nella speranza che possa essere di conforto a qualcuno che ha subito qualcosa di simile, quantomeno nel sapere che non è da solo e c’è qualcuno che lo sostiene e lo capisce. E che possa essere la mia rivincita verso tutti i bastardi che mi hanno lasciato una cicatrice. 


5 - Cosa cerchi di offrire di diverso in ambito rock secondo te? 
Non posso dire che il mio genere sia diverso da tanti altri, forse senza saperlo anche il mio progetto potrebbe essere la fotocopia di qualche altra cosa, ma cerco di pensare solo a me e di fare ciò che faccio secondo il mio punto di vista e con tutto il mio amore per questo universo. Io credo che oggi sia impossibile creare qualcosa di nuovo e che ogni storia che si narra esista già, va solo ricordata e narrata con il proprio metodo. Finora, nei miei quattro album, ho cercato di cimentarmi nei generi che più mi interessano con diversi suoni e mixaggi, ma senza esagerare con la sperimentazione, sicché riconosco di non essermi allontanato del tutto dal mio stile. 

6 - "Antagonist". Che cosa rappresenta questo titolo? 
I protagonisti sono alcuni cattivi o antieroi delle mie storie preferite (Godzilla, Venom, Darth Vader…), personaggi complessi e incompresi che cercano di prendersi la rivincita sul mondo che li ha resi ciò che sono. Pensavo ad un detto: “Ogni eroe è il cattivo nella storia di qualcun altro.”, ho scelto il termine “Antagonista” in quanto per me è la persona che deve prendersi quello che vuole perché è lo scopo della sua esistenza, l’unico modo per provare ad essere felice, o che decida di condannare il mondo alla sua stessa disperazione. Ognuno è in antagonismo con il mondo e anche con sé stesso. Ci vedo molto romanticismo in questo, sono convinto che il desiderio di punire chi ti ha fatto del male possa essere una forma di amor proprio. 

7 - Come mai il tuo progetto è una one man band da sempre? O magari hai iniziato con una vera e propria band e ci siamo persi qualcosa? 
Come ho detto prima, ho cercato in passato di formare una band e di fare dei concerti, ma non è mai andata come volevo: difficile mettere insieme più teste quando gli altri fanno i bizzosi o le primedonne, o quando la gente non vuole venire ai tuoi concerti e i locali ti impediscono di suonare. Io volevo fare musica per me stesso e per chi mi sta accanto, senza stare a sentire critiche inutili e sterili polemiche, sostanzialmente perché posso farlo, perché amo farlo e per rendere più piacevole la mia esistenza. 8 - Se dovessi convincere un nuovo ascoltatore a scegliere la tua musica e a scoprirla, come cercheresti di convincerlo? La mia musica e le mie tematiche sono rivolte ad un pubblico molto di nicchia, soprattutto a chi ha vissuto il mio stesso Inferno. Se ti piace l’Industrial Gothic sperimentale con riferimenti ai film horror, se sei un Antagonist rinnegato in cerca di rivincita verso il mondo e la vita e se vuoi supportare l’ambiente Underground e DIY, questo progetto potrebbe fare al caso tuo. 

9 - Cosa significa il monicker Demoghilas? 
È l’antagonista principale di un mio vecchio racconto scritto nel 2011 e che uscirà questo ottobre con le giuste migliorie. Demoghìlas è il Lato Oscuro del protagonista, nel solito mondo che fa di tutto per tirare fuori il peggio di te e poi ha anche la faccia tosta di lamentarsi. Il logo che ho da sempre usato – il cuore a teschio – era proprio il suo emblema e il mostro che compare sulla nuova copertina è lui: il mio Demoghìlas è un drago. 

10 - A te le ultime parole. Un saluto! Grazie del tempo e dell’interessamento. 
Vivete le vostre vite al meglio, tenetevi stretto tutto ciò che vi rende felici, passioni e persone, non guidate se avete bevuto, abbiate il meno a che fare con questo mondo interessato solo alla carriera e ai soldi e state lontani dalla droga. Prendetevi tutto il tempo per guarire, sopravvivete secondo le vostre regole e non rinunciate mai alla possibilità di essere felici per paura di farvi male, prendete tutto ciò che vi è dovuto di diritto per stare bene. Invece, se hai bullizzato una persona senza motivo, se hai picchiato i tuoi figli per un’insufficienza a scuola, se hai ingannato, rifiutato e abbandonato qualcuno che era interessato a te, meriti solo il disprezzo e il fallimento più totale, e risponderai delle tue azioni come tutti quanti. Amici, se un giorno ci troveremo al cinema, ad un concerto o ad un evento comic, sarà bello incontrarsi. Per ora, dobbiamo salutarci. Grazie a tutti e a presto!


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