Intervista: GOTLAND


Il secondo album dei Gotland è un qualcosa che non passa inosservato. La band torinese ha centrato il bersaglio proponendo un ambizioso concept lirico, con una impalcatura musicale piuttosto estrema ma che sa ritagliarsi ampi spazi di melodia, epicità ed atmosfera grazie ad un uso delle orchestrazioni degno delle band più blasonate del symphonic death/black metal. Andiamo a conoscere meglio questi ragazzi e facciamoci parlare di "Rise", album che abbiamo recensito QUI. Rispondono il cantante Irmin e il chitarrista EG Orkan.

1 - Ciao ragazzi e benvenuti su Hardheavycore webzine! Vogliamo ripercorrere i passi essenziali della vostra carriera fino alla pubblicazione di "Rise"?
Innanzitutto salutiamo calorosamente tutti gli amici che seguono HardHeavyCore e soprattutto ringraziamo la redazione per averci dato l'opportunità di raccontare cosa sono oggi i Gotland e, più precisamente, cosa rappresenta la nostra ultima fatica Rise. I Gotland nascono tra le valli Chieresi, vicino a Torino, da un'idea di due amici nel lontano 2007. Dopo i primi EP del 2008 e 2010, iniziamo a farci strada nella scena underground piemontese attraverso svariati live show. È però nel 2014, con l'uscita del primo full-length Gloria et Morte, che la band raggiunge un minimo di notorietà anche fuori dal Piemonte, grazie alla critica e alla partecipazione di festival nazionali prestigiosi e a concerti che ci inorgogliscono, come l’apertura a Abbath nel 2016. Dopo diversi assestamenti all'interno della band, iniziamo a ragionare sul nuovo materiale, che si delinea con un sound più epico e feroce, lasciandosi alle spalle le sonorità più folkloristiche dei primi anni. Nel 2018 iniziamo la composizione vera e propria di Rise, che però incontrerà diverse difficoltà, su tutte la pandemia mondiale del Covid-19, che bloccherà letteralmente i lavori di post-produzione dell'album, con molte vicissitudini che faranno slittare l'uscita fino ad oggi. Nonostante questo, siamo contenti di aver dedicato tanto tempo a questo album, in quanto è molto importante per noi e speriamo che il risultato verrà apprezzato anche da critica e fan.

2 - Avendo recensito questo disco sappiamo che si tratta di un concept. Vogliamo parlare più nello specifico di questo aspetto? E chi ha scritto i testi?
Il concept dietro Rise è un’idea che nasce da un brano scritto dalla band nel 2009, chiamato Silva Horrida. Il testo raccontava la caduta delle Legioni Romane nella foresta di Teutoburgo, una tappa fondamentale della storia dell’Impero e delle invasioni barbariche successive. Dopo diversi anni, con l’entrata in formazione del nuovo cantante Irmin (che si inizia a dedicare ai nuovi testi) decidiamo di raccontare più nello specifico i fatti accaduti in quel periodo storico. In particolare, il nostro obiettivo è stato quello di creare un concept album, come sempre solidamente basato sulle verità storiche, ma questa volta cercando di esplorare anche la psicologia di un personaggio e non solo raccontando gli eventi. Affascinati dall’evento storico in questione, ci siamo informati approfonditamente su Arminio e la sua vita, scegliendo infine di puntare proprio sulla sua figura per Rise. Il suo travaglio interiore, il suo essere diviso a metà tra la sua tribù germanica di origine e l’Impero che lo ha cresciuto e le sue vicissitudini personali si intrecciano perfettamente con gli eventi storici di cui è assoluto protagonista e che sono uno specchio della situazione dell’Impero Romano in quel periodo storico, in bilico tra l’essere al suo massimo splendore e il suo primo declino.

3 - Quali sono le vostre influenze musicali?
Le nostre influenze in realtà sono dettate principalmente dai nostri ascolti e gusti musicali, che sono molto variegati: siamo cinque membri che ascoltano tantissima musica. Passiamo da band di livello mondiale come Bathory, Septicflesh, Emperor, Windir e Summoning, a maestri eccelsi come Ennio Morricone, John Williams e Alan Silvestri, solo per citarne alcuni. Ma apprezziamo anche tantissime realtà nostrane, che a nostro parere stanno dimostrando di non avere nulla da invidiare ai colossi internazionali: Furor Gallico, Atavicus, Selvans, Veratrum, Ponte del Diavolo, Lou Quinse, Hopeless, Scream3Days, Voltunma e tante altre che stanno rendendo la scena italica sempre più interessante e soprattutto sempre più di livello nella proposta musicale.

4 - Chi ha prodotto l'album e dove è stato registrato?
Rise è stato completamente prodotto da noi, sin dall’idea del concept e le prime demo, fino agli arrangiamenti finali. Per le registrazioni, il mix e il master, invece, ci siamo affidati al bravissimo Francesco Priolo dei ViP studio di Torino, che è riuscito perfettamente a rendere l’effetto che volevamo dare con l’album.

5 - State già lavorando a nuova musica? E ci saranno cambiamenti importanti nel vostro sound?
Parallelamente alla preparazione dei nostri live show e alla promozione del nuovo album Rise, stiamo scrivendo anche il nuovo materiale. Siamo nelle fasi embrionali della composizione, ma siamo anche già estremamente soddisfatti delle nuove idee. Nella storia dei Gotland il sound ha sempre giocato un ruolo molto importante: ci piace definirci una band in continua evoluzione e questo lo si può intuire anche ascoltando la nostra discografia. A maggior ragione, oggi ci riesce difficile etichettarci sotto uno specifico genere, in quanto non ci poniamo limiti durante la stesura dei brani e cerchiamo di spingerci sempre oltre rispetto alle nostre capacità, tecnicamente parlando. Sicuramente possiamo anticipare che il nuovo materiale sarà diverso rispetto a Rise, perché è nella natura dei Gotland non ripetersi.


6 - State facendo dei live show? E cosa deve aspettarsi un nuovo spettatore da un vostro concerto?
Per tanti motivi, in primis il voler terminare i lavori in studio e di promozione per l’album e la pandemia, siamo stati lontano dai palchi per troppo tempo. Ma questo sta per cambiare, infatti stiamo confermando le prime date per promuovere il nuovo album. Per ora possiamo confermarvi il release party al Arka di Chieri (TO) il 7 ottobre, in cui verrà suonato per intero Rise. Ma qualcosa si sta muovendo anche per gli amici lombardi, vi consigliamo di tenere sott’occhio i nostri canali per tutte le novità. Per i prossimi concerti, sicuramente, gli spettatori possono aspettarsi finalmente i nuovi brani suonati per la prima volta dal vivo, supportati da uno spettacolo e teatralità che è sì presente nella nostra musica, ma che cerchiamo sempre di portare anche sul palco durante le nostre esibizioni.

7 - Quali obiettivi vi siete prefissati come band e dove volete arrivare?
Il nostro obiettivo come band è molto semplice ed è la nostra espressione artistica. Non avendo come punto di arrivo il voler vivere grazie a quanto facciamo con la band, ci sentiamo liberi di esprimere noi stessi completamente e senza compromessi tramite la nostra musica. Nonostante questo, per nostra soddisfazione personale e per il profondo rispetto che abbiamo per chi ci segue e ci supporta, cerchiamo di essere sempre il più professionali possibile in tutti gli aspetti della band (dai lavori in studio ai concerti) e cerchiamo di migliorarci sempre di più.

8 - All'inizio avevate forse qualche piccolo connotato in più che poteva far delineare la vostra band come folk-extreme metal. In questo album non abbiamo ravvisato particolari elementi che facciano pensare al folk in generale. Siete d'accordo? E come definireste il vostro sound?
Ripercorrendo la nostra storia, sicuramente nei primi anni della band le sonorità folk erano presenti, soprattutto nel periodo 2010 con l'uscita del nostro secondo lavoro Behind the Horizon, in cui flauti, violini, cornamuse, fisarmoniche erano parte fondamentale del nostro sound. Poi, con l'uscita del primo full-length Gloria et Morte del 2014, il sound della band muta decisamente, andando a cimentarsi su sonorità più epiche e atmosferiche: le orchestrazioni prendono il sopravvento su gli elementi più folk e il riffing in generale diventa più tagliente ed estremo. Non è stata una forzatura che ci siamo imposti, quella di eliminare le atmosfere più folkloristiche, ma piuttosto un percorso naturale della band. Abbiamo ormai diverse primavere alle spalle e, da musicisti, il percorso di crescita è stato inevitabile. Sicuramente i Gotland del 2023 sono più maturi nell'esecuzione tecnica e c'è più consapevolezza nelle idee che vogliamo sviluppare. Rise oggi rappresenta esattamente il nostro percorso di crescita come musicisti e autori.

9 - A chi pensate possa piacere il vostro album? E precisamente a chi ama quali band?
Rise è sicuramente un album vario, che potrà piacere a chi apprezza il metal estremo unito ad altre influenze, più epiche e sinfoniche. Non possiamo che essere d’accordo con la recensione sulla vostra webzine, in cui avete affermato che Rise possa essere adatto all’ascolto di fan di band come Dimmu Borgir, Behemoth, Fleshgod Apocalypse e Septicflesh.

10 - Abbiamo finito ragazzi. Salutandovi lascio le parole conclusive a voi!
Vi ringraziamo di cuore per il supporto e lo spazio che ci avete concesso con questa intervista e per le bellissime parole che avete speso sul nostro album nella vostra recensione. Ma un grande ringraziamento va anche a tutti coloro che ci seguono e che ci stanno supportando già in modo splendido, ancor prima che l’album sia ufficialmente uscito. Ma le novità non sono finite, quindi date un’occhiata ai nostri canali. A presto!


Intervista a cura di Mirco Innocenti

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