Intervista a AIN'T


Stefano D'Angelo è l'unico proprietario del marchio AIN'T, e attraverso questa intervista scopriamo meglio la sua personalità, il suo pensiero, la sua musica e il suo debut-ep "Lo-Fi Demo EP", che abbiamo recensito non troppo tempo fa su queste stesse pagine virtuali. La parola passa a Stefano!

1 - Ciao Stefano, benvenuto. Vogliamo ripercorrere i passi essenziali della tua carriera fino alla pubblicazione di "Lo-Fi Demo EP"? 
Ho iniziato a suonare che facevo le medie, ma la cosa si è fatta seria verso la fine delle superiori, nel momento in cui mi hanno ingaggiato come bassista in alcuni gruppi della mia zona. Prima del progetto solista AIN’T, ho avuto per la maggior parte cover band miste e una sola band con cui facevo inediti. Un gruppo, quello inedito, con il quale tra l’altro abbiamo raggiunto traguardi abbastanza importanti in ambito italiano. Una volta sciolta quella band, a dire il vero, non mi sono dedicato molto alla musica. Ho intrapreso alcuni progetti sia cover che inediti con i quali però non c’è stata molta intesa e quindi sono finiti in breve tempo. Nel 2017 ho pubblicato un disco che affonda le sue radici nel Brit rock ma l’ho ritirato dal web perché l’ho rinnegato. Negli ultimi anni sono cambiate tante cose nella mia vita, soprattutto per quanto riguarda il mio modo di vedere il mondo e ho sentito che c’era il bisogno di creare AIN’T. 

2 - A chi ti sei ispirato per la composizione di questo tuo debutto? 
In realtà non c’è stata una premeditazione e quindi non mi sono mai detto “vorrei far uscire il mio disco in questo modo”. Quello che è venuto fuori in “Lo-Fi Demo EP” è semplicemente il risultato inconscio di tutto quello che mi ispira quotidianamente o che mi ha ispirato in passato; di conseguenza non c’è un gruppo in particolare a cui ho fatto riferimento. Sicuramente sento che è uscita un sacco la mia vena punk in questo debutto discografico. Diciamo che mi sono ispirato alla mia quotidianità. 

3 - A quale genere ti senti più vicino, musicalmente parlando? 
In generale, al rock. 

4 - Come mai hai deciso di intraprendere il tuo percorso musicale da solo? 
Innanzitutto risparmio tempo. Da qualche anno ho il mio studio in cui faccio tutto da me quando voglio e come voglio. Quando troverò qualcuno che come me vuole stare sveglio tutta la notte per perfezionare una traccia vocale o quel che sia, allora mi potrò ricredere e dire “cazzo, è il caso di intraprendere qualcosa di serio con questo tizio”. Devo dire, poi, che non sempre riesco ad andare d’accordo con le persone per quanto riguarda la parte compositiva; forse non ho incontrato le persone giuste o forse sono io che sono testa di cazzo. 


5 - Chi ha prodotto l'album? 
Io. Me ne sono occupato dalla pre-produzione fino al mastering. 

6 - Stai già lavorando a nuova musica? E ci saranno cambiamenti importanti nel tuo sound? 
Si. Scrivo in continuazione. Di conseguenza ho un sacco di bozze che piano piano sto trasformando in pezzi veri e propri. La mia intenzione è di far uscire un nuovo disco tra estate e autunno. Non so se ci saranno cambiamenti di sound. Non prevedo mai nulla in ambito musicale. Per ora non ho ancora sperimentato nuovi suoni. Può succedere che uno di questi giorni scendo in studio e tiro fuori un suono pazzesco e ci registro un intero album. Attualmente comunque mi sto soffermando a lavorare su una cover. Non ho ancora programmato la sua uscita ma comunque non ci sarà da aspettare a lungo. 

7 - Come ti organizzi per i live show? E cosa deve aspettarsi un nuovo spettatore da un tuo concerto?
Per ora non mi sono ancora organizzato. La mia idea è di espatriare e continuare a fare musica altrove. Ho in programma di farlo entro la fine di quest’anno ma è ancora tutto incerto. In ogni caso penso che suonare dal vivo in Italia non solo non convenga per tante ragioni che non mi metto a spiegare qui, ma è anche complicato averne la possibilità soprattutto per chi fa un genere come il mio. Per lo meno al centro Italia è così. Ma penso che la situazione sia più o meno la stessa in qualunque parte della nazione. Poi, per quanto riguarda le aspettative dei miei fan per un mio eventuale concerto, beh, considerando che bevo molto potrei solo dire che la serata potrebbe finire male. 

8 - Quali obiettivi ti sei prefissato come musicista e dove vorresti arrivare? 
Non posso prefissarmi l’obiettivo di diventare una rockstar di livello mondiale perché sono troppo politicamente scorretto. Di conseguenza nessuna major punterebbe su di me, o se lo facesse mi chiederebbe di essere diverso. Soprattutto per i tempi che corrono ora. Statisticamente funziona così, poi, non si sa mai, chissà! Io credo molto in me stesso ma comunque il volere non è potere, perché il potere è solo di chi ce l’ha. Per ora resto con i piedi per terra e mi accontenterei semplicemente di vivere di arte nel piccolo ma anche quello è molto complicato. 9 - Abbiamo finito. Salutandoti lascio le parole conclusive a te! Grazie mille per avermi concesso quest’intervista. Supportate AIN’T e il rock’n roll!


Intervista a cura di Mirco Innocenti

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