Intervista agli APOCALYPSE


Oggi intervistiamo il tuttofare Erymanthon Seth, che porta avanti con grande continuità di pubblicazioni il suo progetto epic/viking/extreme metal Apocalypse. E anche con una certa qualità, aggiungiamo! Buona lettura.

01. Ciao, per noi è un piacere ospitarti. Iniziamo facendo un bilancio della tua carriera...Insomma chi sono gli Apocalypse del 2024?
Ave, il piacere è mio. Abbiamo ormai nove anni alle spalle e decisamente di tempo ne è passato e di cose ne abbiamo fatte… dagli esordi come band Power/Gothic Metal fallita miseramente, al prosieguo sostanzialmente come tributo a Bathory che ci ha portati a raggiungere un pubblico più ampio e a ricevere davvero tante soddisfazioni. Oggi il nostro obiettivo invece è creare uno stile nuovo, unico e personale, partendo dalle nostre influenze ovviamente ma arrivando ad avere un’identità riconoscibile.

02. Descrivi con tue parole il nuovo "Pandaemonium".
“Pandaemonium” rappresenta per noi un passo importante perché questa volta ci siamo distaccati considerevolmente dal ruolo di “tributo” per creare un album interamente personale. Gli stili che abbiamo ricoperto e mescolato sono tanti, dal Thrash all’Heavy al Gothic al Neoclassical… per noi è qualcosa di completamente nuovo e non etichettabile, siamo pienamente soddisfatti del risultato e crediamo sia il primo passo nella giusta direzione che vogliamo continuare ad esplorare e raffinare.

03. Parliamo un po' dell'aspetto lirico di questo nuovo album.
Per quanto riguarda i testi, questa volta sono orientati su tematiche “medioevali” in accordo con l’atmosfera cupa e gotica del disco, da metodi di tortura ed esecuzione (“Hanged, Drawn and Quartered”, “Pit of Oblivion”), alla caccia alle streghe (“Witchhunt”), a un brano sull’inganno che è la religione Cristiana (“The Well of Deception”). Poi abbiamo un cambio di rotta con “Broken Illusion” e “Son of Fire”, due brani che sono più incentrati su tematiche come l’autonomia, la forza individuale e il non farsi mettere i piedi in testa senza che ci siano conseguenze. Infine, la titletrack parla della fortezza infernale dove risiede Lucifero, come descritto nel Paradise Lost di John Milton. Vorrei anche sottolineare che diversi dei testi sono scritti in modo da nascondere frasi e significati in qualche modo, vi invito quindi a scoprirli leggendoli con attenzione. Per quanto riguarda l’uso della voce in sé, ho adottato molti stili diversi in base al brano, dal classico scream a cantati corali, recitativi e per la prima volta mi sono anche cimentato in cantati stile Heavy Metal classico.

04. Parliamo dell'Italia metal. Stiamo riuscendo ad uscire completamente dall'underground? O forse ti sei trasferito in Svezia per avere maggiori riscontri? E come ti sei trovato in questo "trasloco" a livello musicale?
Purtroppo in Italia siamo ancora molto indietro, non perché manchino le idee da parte delle band (ne conosco di eccellenti) ma perché l’ambiente, sia a livello di pubblico in generale che di locali, è poco recettivo, nonostante esistano iniziative lodevoli e dedicate (penso a Pagan Moon, Wine and Fog, Facciamo Valere Il Metallo Italiano). È una questione culturale. Qui in Svezia è tutta un’altra storia, tra concerti e negozi dedicati esclusivamente a dischi o abbigliamento Metal, non c’è proprio paragone. Capita spesso di essere in metropolitana e vedere sui maxischermi pubblicitari le locandine di concerti di Metal estremo. Qualche settimana fa sono andato in un pub per vedere un gruppo locale emergente, questi ragazzi sono appena diciottenni e sono già in tour in Svezia, con centinaia di migliaia di ascolti sulle piattaforme di streaming. Non c’è paragone. In Italia una cosa del genere non sarebbe possibile, allo stato attuale delle cose. Sono ancora giovane, perciò voglio sfruttare al meglio la strada che ho davanti, e sì, spiace dirlo, ma in Svezia ho sicuramente molte più opportunità che non in Italia. Oltretutto, la mia etichetta discografica e lo studio con cui lavoro si trovano qui a Stoccolma, quindi anche da quel punto di vista per me è stata una scelta logica. Pian piano sto facendo conoscenze nell’ambiente, sono qui soltanto da tre mesi e sto imparando la lingua, quindi con il giusto tempo per ambientarmi farò del mio meglio per inserirmi nella scena locale. Per ora abbiamo ricevuto una recensione su Sweden Rock, il magazine Rock/Metal di riferimento in Svezia, per noi è la prima volta su carta stampata “mainstream” quindi è un bel traguardo e una grande emozione. Ho conosciuto di persona il primo bassista dei Bathory durante una serata Black Metal in Ottobre, e sono in contatto con il cantante dei Soliloquium. Sono sicuro che con il tempo mi inserirò a dovere e magari troverò anche le persone giuste con cui suonare.


05. E' indubbia la tua passione per i Bathory e Quorthon, e i tuoi album risentono molto di questo. Pensi di omaggiare un grande artista oppure pensi che qualcuno possa accusarti di plagio?
Penso di aver realizzato, con alcuni degli album degli Apocalypse, il giusto tributo a Quorthon e ai suoi Bathory, e questo inizialmente era lo scopo del progetto. Cosa che forse abbiamo fatto meglio di chiunque altro prima di noi, e questo non lo dico io, lo dicono i fan che hanno acquistato e ascoltato i nostri album, e di questo non posso che andare fiero. Se posso permettermi, oltretutto, credo siano stati veramente in pochi oltre a noi a trarre grande ispirazione dai dischi più “Epic Metal” dei Bathory, a differenza dei dischi Black che invece hanno ad esempio posto le fondamenta per la scena Norvegese degli anni ‘90. Essere accusato di plagio? Vorrei ricordare proprio che l’intera scena Norvegese degli anni ‘90, oggi leggendaria, era stata inizialmente accusata di non far altro che copiare “Under The Sign...” dei Bathory, così come i Bathory stessi, che a ragion veduta hanno uno status leggendario, sono stati accusati a più riprese di essere cloni dei Venom e di aver copiato idee dai dischi di Manowar, Slayer e Metallica. Perciò davvero, non me ne frega un cazzo. È ovvio che chi fa musica lo faccia ispirandosi a chi è venuto prima, anche i gruppi oggi definiti leggendari. Oltretutto, con il nuovo album abbiamo fatto un passo in avanti, ponendo le basi per costruire uno stile nuovo e personale, quindi ormai non ci sono accuse di plagio che tengano. Il nuovo album sta andando molto bene, in pochi giorni ha già superato dischi usciti anni fa in termini di numeri, e anche i commenti e i messaggi dei fan sono perlopiù entusiasti, addirittura qualcuno lo ha definito “il disco del mese”, quindi siamo convinti che la direzione sia quella giusta. La stampa è stata molto più tiepida, in generale, anche se non sono mancate recensioni ottime. Credo che sia dovuto al fatto che questo disco presenta uno stile interamente nuovo, e che invece di seguire un unico stile in tutto l’album abbiamo deciso di creare brani variati ed eterogenei seppur uniti nei suoni e nell’atmosfera. Questo rende il disco non facilmente etichettabile e quindi destabilizza, anche se senza dubbio è uno stile che possiamo raffinare e migliorare, essendo appunto una novità anche per noi. In ogni caso, noi siamo soddisfattissimi del disco e sembrano esserlo anche i nostri fan, quindi obiettivo centrato!

06. Quali sono state le più grandi gioie per te in ambito artistico e quali i momenti più negativi?
Di gioie la musica me ne ha date e continua a darmene tantissime. Ho tanti bei ricordi, dalle prime esperienze con la chitarra, imparando le mie canzoni preferite, ai primi brani che ho scritto, poi la prima volta in sala prove, i primi concerti, il primo album che ho pubblicato, i messaggi dei fan, le prime interviste, i primi autografi, tenere in mano un CD e poi un vinile con la mia musica, la prima volta in radio e sulla stampa… un crescendo di esperienze e sensazioni che mi riempie ancora oggi di gioia e soddisfazione, perché la strada è ancora lunga. Forse la soddisfazione maggiore è stata quando qualcuno mi ha detto “Gli Apocalypse sono la mia band preferita, tu mi hai ispirato a iniziare a suonare la chitarra”, per un artista non c’è nulla di più bello della consapevolezza di aver ispirato qualcun altro ad intraprendere lo stesso percorso, e spero in futuro di poter continuare ad essere un punto di riferimento anche per altri. Forse il momento più incredibile per me è stato essere invitato da Micke Moberg, amico di Quorthon, a visitare il suo studio, dove i Bathory hanno registrato gli ultimi album della loro carriera. Tenere in mano una delle chitarre all’epoca suonate da Quorthon, e poi ricevere la proposta di iniziare a collaborare con il suo studio e con la sua etichetta discografica. Non potevo crederci, è qualcosa che non avrei potuto nemmeno sognarmi, quando anni fa mi sono seduto in camera con la mia chitarra a scrivere le prime canzoni per il nostro primo album…
Momenti negativi? Ne ricordo pochi, in ambito musicale. La musica è la mia fuga dal mondo ed è ciò che davvero mi rende felice. Ogni tanto mi capita di perdere un po’ di motivazione e di prendere delle pause per dedicarmi ad altro e ricaricare le batterie, ma alla fine ritorno sempre alla musica e alla mia chitarra, che è la mia migliore amica. Forse la frustrazione più grande è stata quella di non essere in grado di trovare persone appassionate e dedicate come me, durante i primi anni degli Apocalypse. Io ho sempre sognato in grande, ma all’epoca non conoscevo persone che davvero condividessero questa passione e volessero fare della musica la loro ragione di vita. Questo mi ha causato tantissima rabbia, frustrazione e sofferenza, ma in fondo se gli Apocalypse sono quello che sono oggi, lo devo anche a quel periodo.

07. Hai già fatto e farai dei concerti con gli Apocalypse?
Abbiamo fatto un unico concerto allo Ziggy Club di Torino, a Settembre 2023 in apertura ai Lord Vicar. È stata una bellissima esperienza, che purtroppo per varie ragioni non siamo riusciti a ripetere, perlopiù la mancanza di occasioni nei locali. Adesso che mi sono trasferito non ho più una lineup completa per i concerti, ma mi piacerebbe trovare le persone giuste per riportare il progetto dal vivo.

08. Cosa prevedi per il 2025 o il 2026?
Nel Novembre 2025 gli Apocalypse festeggeranno il loro decimo compleanno e mi piacerebbe organizzare qualcosa di speciale, anche se ancora non ho le idee ben precise. Magari un video-documentario con la storia della band, oppure un album speciale per l’occasione, o entrambe le cose… non lo so, devo pensarci, e anche in fretta perché il tempo vola. Per il futuro in generale, lavorare su nuova musica sempre concentrandoci ormai sul creare uno stile personale, tirar su una lineup per i concerti, e continuare a dedicarci alla musica con la stessa passione di sempre nella speranza di raggiungere un pubblico sempre più ampio!

09. Abbiamo finito, i saluti finali a te!
Grazie per l’invito, un saluto a tutti, e invito chi legge a procurarsi il nuovo album su Bandcamp. Ascoltatelo con attenzione e non dimenticate di dirci cosa ne pensate! Tenete a cuore il Metal. Ave.


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