HOLY SHIRE "Invincible" (Recensione)


Full-length, Ghost Record Label
(2024)

Sono passati sei anni dal secondo lavoro di questa band e sono successe molte cose nel mondo della musica e all’interno della band, prima tra tutte una pandemia che ha segnato una battuta d’arresto per tutti, azzerando i live e l’ispirazione creativa, in molti casi. Da questo cammino di ricostruzione, anche all’interno della band stessa, dati i molteplici cambi di line up avvenuti nel frattempo, nasce una nuova formazione che si stabilizza e scrive il terzo lavoro, “Invincible”, pubblicato per Ghost Record e distribuito dall'Inglese AWAL (The Orchad, Sony Music). 

La band degli Holy Shire ha dato vita ad un prodotto ricco di materiale sinfonico senza mai curarsi di quello che le circolava attorno nel corso degli anni. Il responso è contenuto in questo pregevole album che in termini di produzione ed esecuzione strizza l'occhio al caro e vecchio fantasy metal con punte ben affilate di buon progressive. La band, nonostante la pausa forzata, è riuscita con questo nuovo disco a tirare fuori freschezza compositiva per niente ordinaria, e se pensiamo che questa formazione ha subito diversi cambi di line up, la cosa risulta ancora più sorprendente. 

Gli Holy Shire con "Invincible" catturano l'attenzione dei vecchi seguaci , ma anche di quelle persone che vogliono scoprire e rastrellare cose nuove, brillanti e nella maggior parte dei casi le più sincere. Le undici tracce che compongono l'album hanno una componente sinfonica altamente brillante nella sua semplicità, soprattutto è da tenere ben presente, a nostro parere, l’influenza nordica dove ogni intervento proveniente dai singoli strumenti, persino dal flauto (lungi da me sminuire lo strumento), arriva a fare la differenza, incrementando in maniera determinante il valore di ogni singola canzone. Gli Holy Shire, suonano potenti pennellate di chitarra che uniti a cori epici ed a quella sezione di batteria al fulmicotone porta a momenti d'alta atmosfera. 

Tutte le tracce colpiscono senza farsi attendere, senza cedere minimamente alla distanza, ma anzi, scrivendo un terzo capitolo pieno zeppo di splendore assemblato in maniera magica, mistica ed occulta. "Dragonfly", "Black Thorn", ma anche "M9" sono i brani che hanno il compito di non fare distogliere l'ascolto, perchè in fondo stiamo parlando di un genere impegnativo e non certo di "canzonette". Gli Holy Shire, come già anticipato, hanno cambiato più volte la line up, ma mai il loro modo di fare musica, e questo è stato davvero un bene perché l’ispirazione e la devozione verso un genere musicale che piace e prende ha la meglio su vari aspetti poco rilevanti, e che alla lunga ripaga con queste produzioni davvero notevoli. 

Recensore: Mirco Innocenti

Tracklist:

1. Misty 
2. Dagon 
3. Dragonfly
4. Voice of Reason
5. Waves of Misery 
6. The Cathedral 
7. Black Thorn 
8. The Seduction of Hollowness 
9. Dream of You 
10. M9 
11. Farewell

Line-up:
Leonardo Leo Sganga - Bass
Sefano Ste Zuccala - Guitars
theMaxx - Drums
Aeon - Vocals (lead)
Chiara Brusa - Flute
Mattia Stihl Stilo - Guitars
Julia Eledhwen - Vocals (female)

Links:
Facebook
Instagram
Spotify

Commenti

Post popolari in questo blog

ZED & DALIA NERA "Asocial Network" (Recensione)

STORMWOLF "Voyager" (Recensione)