Intervista ai NEFESH CORE
Ospitiamo molto volentieri i Nefesh Core, freschi del loro nuovo singolo dedicato a "Lullaby", celebre successo dei tardi anni Ottanta dei The Cure. Parliamo di questo e di molte altre cose con la band!
1 - Ciao e benvenuti su Hardheavycore webzine! Vogliamo ripercorrere i passi essenziali della vostra carriera fino ad oggi?
David: Ciao e benvenuto anche a te. Nefesh Core è una band, un progetto ed una idea che assieme all’amico The Ghigas (alias Stefano Calvagno) abbiamo creato nel 2018. Insieme nei Metatrone dal 2001 (ex Metafora) abbiamo realizzato qualcosa di unico nel panorama power / prog metal italiano e internazionale, essendo una delle poche Christian metal band di estrazione cattolica in Italia e nel mondo a produrre musica inedita e con una discografia ufficiale fatta di 4 album, diversi singoli e una attività live importante. Essendo noi due il “motore compositivo”, in un momento particolare delle nostre vicissitudini personali, spinti da una forte esigenza comunicativa, ci siamo “inventati” senza troppa fatica (anzi sembrava essere una cosa tanto naturale che ci è parso esistesse da sempre…) questa nuova realtà artistica, completamente diversa nel sound, senza legami con la nostra esperienza di fede (e quindi senza legame ad alcuna forma di spiritualità), diversa quindi anche nei modi espressivi e diversa nei ruoli (nei Nefesh Core infatti io mi sono proposto come cantante, mentre The Ghigas è passato dalla chitarra al basso). Gli anni passati ad affinare il songwriting con Metatrone ed le varie partecipazione ad altri progetti che ci hanno visto coinvolti, ci hanno aiutato a trovare, in Nefesh Core, una nuova e precisa identità musicale. Abbiamo iniziato a scrivere nuove canzoni finché, con l’aiuto di Ivan Newton alla batteria e di Michele Cavallaro, abbiamo realizzato il nostro primo album, “Getaway”, pubblicato da Rockshots Record, la nostra attuale etichetta, nel Settembre del 2020. Poi dopo una serie di cambi di line up, abbiamo trovato un nuovo chitarrista in Bob Brown nel 2021, mentre l’anno scorso, alla batteria, abbiamo infine preso a bordo Andrea Marchese: e questa è l’attuale formazione che hai davanti a te!
Bob: io mi sono unito ai Nefesh Core alla fine del 2021 e con l’uscita del singolo “Walls of Time” (2022). Conosco Stefano dall’adolescenza negli anni in cui i grunge cambiava la storia del rock e noi, investiti “positivamente” da quell’onda d’urto, abbiamo iniziato a suonare insieme e a scrivere già allora canzoni inedite, in una band della nostra piccola città che chiamammo “Arkham”, e nella quale ha mosso i primi passi alla voce anche il mitico Jo Lombardo (storica e sempre attuale voce dei Metatrone, voce anche degli Ancestral, ed ex Orion Riders). Personalmente ho poi fatto parte di diverse indie rock band e ho scritto registrato e prodotto diversi album da solista. Per tornare al rock e al metal, oggi con i Nefesh Core.
Andrea: Io sono batterista da sempre, batterista “fuori dagli schemi” diciamo, che come vedi, e come ho avuto modo di mostrare sui miei canali social, ha voluto con forza reinventarsi un “different drumming”, data la condizioni fisica nella quale un incidente in moto mi ha costretto diversi anni fa. Ho sempre suonato nell’ambito del pop, sconfinando nel rock ogni tanto. Ma nei Nefesh Core ho avuto la possibilità di cimentarmi con un genere, il rock e il metal, che ho sempre conosciuto ma che avevo “sfiorato” ogni tanto. E devo dirti che mi sto divertendo tantissimo, perché mi piacciono le canzoni che suoniamo, mi piacciono le nuovi canzoni che stiamo scrivendo e anche perché ho alzato l’asticella della sfida, permettendomi di scoprire nuove dinamiche sonore, esecutive ed artistiche, sia come batterista, che come musicista in generale.
2 - Di cosa parlano i vostri testi?
The Ghigas: Come abbiamo avuto modo di dire in tante occasioni, e ti ringrazio per questa domanda, nei testi dei Nefesh Core vi sono storie, immagini, racconti e visioni: è fare un viaggio, vivere una esperienza, partire da un ricordo per arrivare in una visione surreale dell’esistenza. I nostri testi hanno senza dubbio un’anima dark e gotica. E l’idea che abbiamo del concetto di “dark / gothic music” risiede in questa precisa visione: gotico ed oscuro è il punto di vista privilegiato di chi sceglie di osservare il mondo ed il tempo, in una posizione che gli consente di vedere meglio i dettagli di ciò che è illuminato; oscura è la malinconia delle soffitte di una casa abbandonata, nei cui recessi, magari sotto la polvere, possiamo trovare una foto che ci riporta alla memoria un ricordo felice o un dolore; oscuro e sordo è ciò che non vogliamo riconoscere di noi stessi, ciò che di noi non accettiamo, del quale ci vergogniamo o che abbiamo compreso troppo tardi; oscura è la vita ai margini della società; oscuro è il cuore di chi, nel silenzio, affronta i mostri del quotidiano, i sopravvissuti alla noia e al torpore della vita nelle moderne città, dove tutti sono numeri e spesso vittime dell’indifferenza. Questi elementi e tanto altro ancora vivono nelle nostre canzoni e hanno voce grazie ai nostri testi. Questa è l’anima gotica che permea le nostre composizioni. Dark e gothic music, sanno essere poesia.
3 - Quali sono le vostre influenze musicali e come sono cambiate nel tempo?
David: Questo è senza dubbio un hot topic! Fondamentalmente perché nei nostri background musicali, a dispetto di quanto letto in molte recensioni, c’è tutto fuorché band del movimento “dark” o “gothic” metal. Ho letto e ho sentito dire ad alcuni addetti ai lavoro che nei Nefesh Core si sente l’eco dei Paradise Lost, dei primi Moonspell o dei Sentenced. Fermo restando che si tratta di band formidabili, nessuno può negarlo in realtà posso dirti che non sono band che appartengono ai miei ascolti abituali, diciamo così. Semmai un ruolo importante hanno avuto, sia per me che per gli altri membri della band, i Depeche Mode e i The Cure, perché erano band che nella nostra adolescenza ci hanno sempre affascinato, come musicisti, e me come tastierista, ovviamente. Io poi vengo dal metal ipertecnico di band come Annihilator, Megadeth, dal metal melodico e virtuosistico di Malmesteen o dei Dream Theater dell’era “Kevin Moore”. Fanno parte del mio personale background compositivo, i Toto ad esempio. Mi appartiene, soprattuto per quanto mi lega al cantare in growl, il metal estremo dei fratelli Cavalera (Sepultura, Soulfly e Cavalera Conspiracy), per dire. E quindi come vedi c’è tutt’altro che gothic metal nel miei “riferimenti” abituali. Quello che scrivo non è mai riferito a qualcosa che rimandi a una specifica influenza musicale. Lo sento originalmente mio. Sono gli altri a sentire l’influenza di questo e quell’altro artista, nelle nostre canzoni.
Bob: Se tocchiamo questo argomento, io ti dico che a parte l’amore universale che nutriamo per la New Wave degli anni 80 e la sua evoluzione dei primi anni 90, e che ci unisce inevitabilmente, i miei riferimenti da chitarrista e compositore, sono senza dubbio i Beatles e quindi i grandi e piccoli nomi del prog - rock degli anni 70, fino ad arrivare, come dicevo prima, all’era del grunge, grazie alla quale fanno parte del mio background, band come Soundgarden, Nirvana, Queen of the Stone Age, Alice in Chains e Smashing Pumpkins. The Ghigas poi, che conosco bene, ha lo stessa formazione musicale che ti ho appena citato, con aggiunta di riferimenti provenienti dal thrash metal della Bay Area di San Francisco (i famosi Big 4 per intenderci, Metallica, Megadeth, Anthrax e Slayer) o da band meno etichettatili, ma assolutamente seminali, come Pantera e Faith No More. E anche qui, come vedi, nessuna gothic metal band!
The Ghigas: David e Bob hanno descritto perfettamente ciò che ci appartiene. Andrea, che si dice lontano dal rock ha invece un’anima “rock” coi fiocchi, e anche se legato come musicista più alla musica cantautorale, anche lui come noi è figlio del pop/rock degli anni 80 e 90. La musica cambia col tempo, assume connotati sempre diversi, risente inevitabilmente dei tempi che attraversa. Anche il rock e il metal si sono evoluti, ma credo abbiano mantenuto però la loro radice intatta. Siamo quindi legati sì al nostro passato musicale, ma ciascuno a suo modo ascolta anche tanta musica più recente. Conosciamo nuove realtà e ci sforziamo di conoscerne sempre di più. Ci sono tante ottime band oggi. Diciamo che più che cercare l’originalità a tutti i costi, la formula vincente è sempre quella di avere buona musica, che sia scritta bene e prodotta al top e che, certamente, abbia la forza di trasmettere emozioni in chi l’ascolta.
4 - Chi ha prodotto il vostro ultimo album e dove è stato registrato?
The Ghigas: Il nostro primo album, “Getaway” e così tulle le altre release ufficiali, il singolo “Walls of Time” e le due cover, “Dove il mondo non c’è più”, brano originale di Francesco Renga e “Lullaby”, celebre brano dei The Cure, sono stati registrati e mixati da Luigi Scuderi (Tower Hill Studios), e masterizzati da Jacob Hansen (Hansen Studios, Amarnthe, Volbeat, Pyramaze), ad eccezione di Lullaby che è stata masterizzata da Antonio Baglio (Miami Mastering). Siamo noi i produttori esecutivi ed artistici delle nostre opere. La collaborazione decennale con il team di Rockshots Records, ha poi suggellato una partnership ben consolidata, dai tempi dell’album dei Metatrone, “Eucharismetal” nel 2016.
Bob: In questa era in cui con un buon sistema di “home recording” si riescono a fare ottime cose, sicuramente di alto livello, abbiamo voluto riappropriarci delle dinamiche dello “studio recording”, che è tutta un’altra cosa, non necessariamente migliore di altre cose, ma è quella dimensione nella quale sono determinanti alcuni elementi come l’irripetibilità dell’istante, la gestione complessa dell’analogico, la bilancia del tempo e la riscoperta del “buona la prima”. E’ stato molto bello rivivere queste dinamiche. Ne vale la pena! Abbiamo cercato dove possibile di fondere il meglio dell’analogico e del digitale nelle rispettive forme. Credo che ci siamo riusciti alla grande.
5 - Come definireste lo stile musicale che proponete?
Andrea: Siamo essenzialmente una dark rock band che sconfina nel gothic, e si trova a suo agio anche con registri più pesanti e serrati che arrivano al metal. E’ inoltre molto forte anche il legame che ci unisce alla musica elettronica degli anni 80 e alla grande famiglia della musica “dark” e della New Wave che in quegli anni spezzava le righe della musica pop, parallelamente al rock e all’hard rock. Già la NWOBHM aveva iniziato questo processo di rottura dal “classico” e sull’onda di quell’eco, ci sentiamo di appartenere anche se a distanza di molti anni a quel prolifico filone artistico che tante belle cose è riuscito a realizzare. Ripercorrendo poi la storia musicale di ciascuno di noi, puoi renderti conto come le varie influenze finiscano per rendere questo mix unico. Se ascolti alcune canzoni di Getaway, come “The Mafia Mentality” o “Scandal”, o la title track, puoi ritrovare tutti gli elementi essenziali della nostra identità musicale: c’è il rock nella sua essenza, ci sono riffs di chitarra, linee di basso e batteria essenziali ma determinanti nel creare il cuore pulsante della nostra musica, c’è abbondanza di elementi elettronici, suoni vintage, ritmo e melodia, e poi ci sono anche elementi gothic metal come in “Stormraven”, parti in growl e riffoni di chitarra in D-tuning, come quelli di “Lullaby”. E il bello deve ancora venire!
David: Ci sentiamo autenticamente dei nostalgici innamorati del metal melodico e della dark music. Ci piace poter emozionare raccontando storie o immaginando dimensioni esistenziali che attraversano il tempo non solo longitudinalmente, ma anche trasversalmente. Siamo allo stesso tempo adulti navigati ed eterni ragazzini, che si divertono a suonare insieme!
6 - State per caso pianificando dei live show?
David: Certamente. Mentre stiamo procedendo con un buon ritmo alla scrittura delle nuove canzoni che andranno a comporre il nostro secondo full lenght, siamo anche molto impegnati a definire la set - list che porteremo sul palco dal vivo, nell’imminente prospettiva di portare finalmente i Nefesh Core sul palco, grazie anche al supporto di Rock on Agency, la nostra agenzia di promozione. Non credo esista rock band che possa fare a meno di suonare dal vivo. E’ una esigenza che non si può sostituire con nient’altro. Ogni show rappresenta una tappa di un cammino che ogni band dovrebbe poter fare. I fans di questo genere musicale amano il rapporto con le loro band preferite dal vivo. Il rock e il metal mantengono ancora un forte legame con il proprio pubblico e se la pandemia ha dato un duro colpo a molte band anche di grande spessore, nonché ai gestori di locali e venue, e agli organizzatori di tournée, piano piano stiamo vedendo tornare la situazione ad una condizione leggermente migliore. C’è ancora tanto da fare: bisognerebbe concentrare gli sforzi du tutti per consentire alle band più piccole di potersi esibire con più facilità, visto che a monopolizzare i piccoli locali e le venue minori sono spesso cover e tribute band. L’Italia vive una situazione emblematica da questo punto di vista, anche se ci sono tante e tante band di valore, vecchie e nuove che hanno molto da dire ma oggettivamente faticano a trovare lo spazio giusto. Ma è anche vero che stanno nascendo, anche se con una certa difficoltà, nuovi festival che fanno ben sperare per il futuro. Tutto il mondo del music business è profondamente cambiato, questo è certo!
7 - Quali obiettivi vi siete prefissati prima di partire in questa avventura con i Nefesh Core e dove pensate di essere arrivati?
The Ghigas: Guarda, quando nasce una nuova band, e soprattutto quando a crearla sono musicisti che, come noi, anche se per strade diverse, hanno già una loro storia di artisti “veterani”, che hanno già pubblicato musica inedita e che hanno sondato a vario titolo il mondo del music business, per certi versi risulta più semplice e diretto aver chiaro fin dall’inizio quali sono i passi da fare, e spesso si riesce anche a prevedere con il dovuto margine di errore che tipo di cammino si sta delineando. L’esperienza è un elemento determinante da questo punto di vista. L’altra cosa che non ci abbandona mai, è l’entusiasmo di produrre la “nostra” musica. Questo è veramente un motore inarrestabile, una fonte inestinguibile di idee, la fiamma che tiene viva ogni nostra azione.
Andrea: Assieme a questi ragionamenti che ci coinvolgono come band, ci sono poi anche obiettivi personali, legati ad esempio al fatto di essere riuscirti a cimentarsi, come è successo a me, in un genere musicale per me “nuovo” dal punto di vista batteristico. Per cui ritrovarsi non solo perfettamente integrato in una band come i NefeshCore, ma essere già con le mani dentro alla produzione di un nuovo album, è un altro grande obiettivo raggiunto che per quanto mi riguarda, è pari a quello di poterci finalmente esibire dal vivo. D’altronde quali possono essere gli obiettivi “veri” di un musicista se non quelli di realizzare nuova musica e portarla in giro, suonandola davanti a quante più persone possibili?
Bob: Proprio così. Creare, emozionarsi ed emozionare, stupire, mostrare il bello dell’arte cui si appartiene, migliorarsi come persone e come artisti, dare un senso al tempo inarrestabile che passa, dando il meglio di noi, costruire la nostra piccola grande eredità spirituale. Sono tutti obiettivi imprescindibili per noi.
8 - Quali sono gli artisti che più vi hanno influenzato?
David: Credo che a questa domanda abbiamo già risposto. Siamo stati adolescenti negli anni 80, giovani musicisti negli anni 90 e nel nuovo millennio abbiamo iniziato a realizzare le nostre canzoni e a fissarle nel tempo, dando vita alla nostra eredità spirituale, come ha detto Bob poc’anzi. C’è un fiume di musica che ci attraversa senza fermarsi mai. Con The Ghigas, nei Metatrone, abbiamo scritto una canzone a questo proposito, che si chiama “Fiumi in piena”, per l’appunto.
9 - Parliamo un po' delle altre band in cui sono coinvolti alcuni di voi.
The Ghigas: come ti accennavamo a inizio intervista, assieme a David, abbiamo dato vita ai Metatrone, sulle ceneri di una band che si chiamava Metafora, tra la fine degli anni 90 e gli inizi del 2000. Avevamo scritto già metà del nostro primo album quando per una scelta personale, forte e determinata, David ci comunicò la sua intenzione di entrare in seminario e intraprendere il cammino vocazionale per il sacerdozio. Questo evento, certamente inatteso per tutti gli altri della band di allora, ci portò a prendere insieme una decisione, che fu quella di mantenere intatta la nostra vena compositiva, e la nostra identità di metallari (mai cambiata!) e con essa il nostro amore per il metal, che si arricchiva piano piano di elementi legati al Cristianesimo, contribuendo a creare una unione insolita tra fede e musica metal. E se questo connubio era noto nell’ambito protestante (basti pensare ai classici Stryper fino a band più moderne come i Demoni Hunter), nel mondo cattolico non se ne era mai sentito parlare. E se poi ancora dentro la band ti ritrovi come membro fondatore e compositore di punta un musicista (tastierista e growler) metal, nonché metallaro da sempre nella sua essenza, che diventa anche sacerdote, non credo ci siano stati mai precedenti nella storia. Se penso bene a quel periodo non posso non ricordare con stupore la “coraggiosa pazzia” di alcuni formatori del Seminario di Catania che incuriositi e attratti dalla nostra identità di band, finirono per diventare co-produttori del nostro primo album, “La Mano Potente”, nonché della sua versione in inglese “The Powerful Hand”, distribuita da Scarlet Records in Europa e negli States e dalla King Records in Giappone (e Far East). Seguirono diversi live, partecipammo al World Youth Day in Sydney nel 2008, realizzammo quindi un secondo album “Paradigma”, nel 2010. David nel frattempo diventò sacerdote a tutti gli effetti, pubblicammo altri due singoli, “Passion” e Heavenly Field” fino ad arrivare, con qualche cambio di line up al primo album sotto l’egida di Rockshots Records, ossia “Eucharismetal” nel 2016. Poi, per motivi legati a una incompatibilità tra l’essere musicista professionista e l’attività di parroco, soprattutto, come ho detto anche in altre occasioni, per la cecità di alcuni dei vertici del clero locale di allora, David lasciò il sacerdozio, ma i Metatrone sono rimasti in pista. Abbiamo quindi realizzato due singoli, con un nuovo cantante, fino al rientro di Jo Lombardo col quale proprio in questo periodo stiamo producendo il nuovo album. Come vedi abbiamo una bella storia sulle spalle e la strada fatta è tanta. La nascita di Nefesh Core coincide nel 2018 con l’urgenza comunicativa di creare nuove canzoni e con la sfida di proporci sotto una veste nuova, io al basso e David alla voce, in un contesto musicale completamente diverso da quello segnato dai Metatrone, sia musicalmente che a livello di contenuti.
Andrea: Io come ti dicevo vengo dalla cultura pop rock e dal mondo della musica cantautorale. Ed in effetti suono la batteria anche in una band di pop / rock italiano, chiamata DePlano, assieme a mio fratello Fabio e ad altri musicisti, con i quali ci proponiamo al pubblico con pezzi inediti di respiro pop/rock appunto. Il 16 Gennaio di quest’anno abbiamo realizzato il nostro primo singolo “La Scelta”, presentandola l’8 Febbraio a “Casa Sanremo”. Mentre il 7 febbraio abbiamo pubblicato il secondo singolo “Via da qui”. E nel frattempo, giù a pestare sulla batteria con i Nefesh Core! Fantastico!
Bob: Io ho tutt’ora una intensa attività live con molte band locali. In passato ho suonato in alcune indie / pop / rock band tra cui gli One Eye Dog. Ho prodotto e suonato con altri artisti emergenti che ruotavano sempre intorno all’area dell’indie e dello stoner rock. Quindi dal 2011 mi sono dedicato, e tutt’ora mi dedico, a produrre musica come artista solita, nel genere pop e rock: l’ultimo mio album risale al 2021 e si chiama “Bene necessario”, dal quale sono stati estratti diversi singoli. E ora nei Nefesh Core dall’ottobre del 2021.
10 - Abbiamo finito. Lascio le parole conclusive a voi!
David: Ti ringraziamo e ringraziamo tutta la redazione di HardHeavyCore per questa lunga e piacevole chiacchierata. Ringraziamo tutti i vostri lettori. Non vediamo l’ora di poter suonare dal vivo e condividere con voi l’energia del live! Seguiteci sulle pagine dei nostri spazi “social” e dateci il vostro supporto: supportate le bandsche producono musica originale, affinché la musica inedita possa avere ancora un futuro. Stay dark, stay rock!”
The Ghigas, Bob e Andrea: Grazie a voi! Rock on!
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