KALAH "And Yet It Dreams" (Recensione)

Full-length, Nova Era Records
(2024)
I Bolognesi Kalah sono una di quelle band che rifugge ogni tipo di classificazione. Prendono il metal e lo rivoltano come un calzino con un mix tra metalcore, groove e industrial, per farla breve. Ma dietro questo c'è una ricerca del particolare, dell'arrangiamento quasi impossibile che lascia davvero stupiti, infatti potremmo anche parlare di progressive metal tanto è complessa la loro musica.
Sicuramente l'elettronica è il fattore X che imprime a questo album un alone futuristico, ma anche il resto guarda molto al futuro. Innanzitutto Claudia Gigante è una cantante che sa modulare la sua voce come vuole, mantenendosi però sempre su registri melodici ma non andando mai a sconfinare nel symphonic power metal, e quindi non abbiamo influenze "classiche" nella sua voce (non è un soprano da opera, per intenderci).
"And Yet It Dreams" è un disco che potrebbe per certe cose rimandare a band come Dragonforce, Amaranthe, all'ultima Anette Olzon, ma anche a tutto quel metal di frontiera che passa dagli Strapping Young Lad, Devin Townsend, Fear Factory, Meshuggah e via dicendo, ma con un approccio meno estremo. I pezzi sono dei puzzle molto complessi su cui le chitarre devastano tutto su tappeti di tastiere a tratti inquietanti, a tratti techno e via dicendo come succede nell'ottima title track o nella bellissima "Escape", dove la band sembra voler condensare un po' il senso di tutto l'album e anche ammiccare a certe sonorità da rave party, ma con un piede sempre ben piantato nel metal...
Probabilmente questo album non verrà capito da molti, perchè guarda al futuro e non si concede ai facili applausi del classico pubblico metal. E se possiamo muovere una piccola critica al disco è solo quella che magari se la band cercasse di snellire maggiormente il proprio songwriting (proprio come nella già citata "Escape") il tutto sarebbe più fruibile, probabilmente anche da chi non è abituato alla modernità nel metal.
Detto questo, però, siamo di fronte ad un grande album, davvero eccellente, coraggioso e che cerca di apportare davvero nuova linfa nella musica dura. Da provare.
Recensore: Mirco Innocenti
1. This World Factory Part 1
2. This World Factory Part 2
3. Runtime Error
4. And Yet it Moves
5. Escape
6. Gentle Gears
7. Helichrysum
8. Full Metal Monsters
9. Defeated
10. On Wings of Shapeless Dreams
11. XLV
Line-up:
Alessio Monacelli - Drums
Mario Grassi - Guitars (lead)
Marco Monacelli - Guitars (rhythm)
Dario Trentini - Keyboards
Claudia Gigante - Vocals
Goya - Bass
Links:
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