AQUILLA "Mankind's Odyssey" (Recensione)


Full-length, Ossuary Records
(2022)

Imperterriti nel proporre album Heavy/Speed Metal come tradizione comanda, questa volta andiamo in Polonia, e con questi Aquilla ci tuffiamo in sonorità vintage, ma a tematica fantascientifica: un ossimoro? No, perché quando sentirete un sample scelto ad hoc recitare “dead or alive you're coming with me”, capirete che qui si fa un ritorno al futuro a bordo di una DeLorean bella carica di nostalgia e vecchi ricordi!

Ci sono tutti i requisiti per fare un viaggio nella quarta dimensione come si deve: riff ritmicamente spezzati in sedicesimi da plettrate alternate pulite e precise, doppia cassa quando necessario, voce acuta che a volte si lancia all’assalto degli ultrasuoni, là dove l’atmosfera diventa rarefatta! Molto, ma molto meglio di quanto fecero gli svedesi Starscape nel 2021 col debut album “Colony”, anche quello un lavoro che si rifaceva ad uno sci-fi d’annata, ma che tornava dal suo viaggio nel tempo con un’esecuzione e una produzione approssimativi e un cantato non esattamente intonato. A parte che qui, a volte, quando si parte col falsetto, mi viene alla mente King Diamond, e questo è solo un bene, per il resto direi che non abbiamo nulla di divergente da quelle che sono le tradizionali rotte di queste incursioni cronotopiche: i riff sono gradevoli, ci sono le immancabili armonizzazioni di terza delle chitarre soliste, così come le figure ritmiche galoppanti. Lamento solo la mancanza di melodie più strutturate, ma è una fissazione mia, che son solito incastrare lead solisti in lunghe serie per tutta la durata di un brano.

L’attenzione qui è più focalizzata su ritmiche agili e precise, con quei riff a corda stoppata e poi rilasciata dalle brevi code melodiche: una soluzione che gioca sul sicuro, preferendo far esprimere la chitarra solista in occasione degli assoli, concepiti non come un’isterica sequenza di note tutte in sedicesimi, ma come dei discorsi musicalmente sensati. Ci son anche partiture di synth, sempre dal gusto retrò-futuristico anni ‘80, e non stonano affatto in questo contesto!

Ho sentito cose ancor più notevoli, sempre sulla falsariga del revival NWOBHM con puntate nello Speed Metal, però qui non c’è nulla di cui lamentarsi: allacciate le cinture e state pronti a raggiungere le 88 miglia orarie: il futuro dipende dalle vostre scelte nel passato!

Luke Vincent
Voto: 7,5/10

Tracklist:
1. Echoes of the Past 
2. Arrival 
3. Pathfinder 
4. Scarlet Skies 
5. The Awakening 
6. Rapt in Darkness 
7. Intersection 
8. Saviors of the Universe 
9. New Dawn of Evadera 
10. Zero (2021)

Line-up:
Pete Slammer - Drums
Blash Raven - Vocals
Hippie Banzai - Bass
Kris Invader - Guitars (lead)
Chris Scanner - Guitars (rhythm)

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