Intervista a QUIET RIVER


Quiet River è una one man band italiana che fa riferimento a Luke Vincent, che di fatto ha inciso solo la voce in "Echo Chamber", che rappresenta il debutto per questo progetto. Vincent ha poi composto la musica interamente da solo e ha poi assoldato dei session musician per portare a compimento quanto aveva in mente, ovvero un ibrido tra gli Iron Maiden e il black metal! Se siete curiosi, continuate pure la lettura, Luke Vincent non si è certo risparmiato alle nostre domande!

1 - Ciao e benvenuto su Hardheavycore webzine! Vogliamo ripercorrere i passi essenziali della carriera dei Quiet River fino alla pubblicazione di "Echo Chamber"?
Ciao e grazie a voi per questa intervista! L’idea alla base del progetto Quiet River risale al mio passato, quando da ragazzino scoprii il meraviglioso mondo dell’Heavy Metal grazie agli Iron Maiden. Nel giro di pochissimo tempo, saltando a piè pari il Thrash Metal dei vari Metallica, Megadeth e Anthrax approdai al Death Metal, e di lì fu un attimo a entrare nelle gelide lande nebbiose del Black Metal. Ho sempre portato in parallelo, però, la passione per lo stile degli Iron Maiden, arrivando a voler fondere il Black Metal con quel tipo specifico di Heavy Metal. Solo dopo molto, molto tempo, e finalmente in possesso delle nozioni tecniche e teoriche per poter scrivere musica in autonomia, mi misi all’opera su un progetto che doveva prevedere sempre un fortissimo richiamo agli Iron Maiden, ma con la mia voce di estrazione Black Metal in primo piano! Ad Ottobre 2022 iniziai a comporre tutto il materiale presente in “Echo Chamber” e a far nascere ufficialmente il progetto solista Quiet River. Nel giro di un mese, avevo già abbastanza brani scritti e arrangianti, quindi decisi che dovevo fare il passo successivo, ovvero inciderli e pubblicarli!

2 - Di cosa trattano le liriche di questo album?
Le liriche non sono incentrate su un tema in particolare, non vi è alcun concept, e sono anche piuttosto semplici: le ho scritte basandomi a volte solo sul suono che volevo avesse una certa sillaba in un dato frangente del brano! Ci sono fantasie un po’ vetero-metallare di velocità spericolata e desiderio di vittoria, pur essendo io una persona che, all’opposto, ha uno stile di vita tranquillissimo, da perfetto pantofolaio! Poi ci sono riferimenti al fantasy, ma senza strutturare chissà quale impianto mitologico: è solo una citazione ad un genere narrativo che mi coinvolgeva quando avevo meno inverni alle spalle. Poi abbiamo spunti filosofici o psicologici, magari derivanti da esperienze o considerazioni personali, ma senza pretese di sorta! Qualsiasi mio ascoltatore può trovarci i significati reconditi che preferisce, non ci sono interpretazioni giuste o sbagliate!

3 - Quali sono le tue influenze musicali e come sono cambiate nel tempo?
Le influenze sono quelle dichiarate e che emergono fin da un primo ascolto: NWOBHM anni ‘80, ma in particolare il gusto per le melodie e le armonie degli Iron Maiden, il Black Metal per quanto riguarda le screaming vocals, la batteria a doppia cassa, con fughe in sedicesimi che rimandano allo Speed Metal, genere poi riversatosi nel Power Metal, con esiti che, scadendo nell’Happy Metal, saranno felici di nome, ma non sempre felicissimi di fatto! Abbiamo anche qualche sentore di Folk irlandese, ma questo è un elemento che è finito nell’amalgama senza che me ne rendessi conto!


4 - Chi ha prodotto l'album e dove è stato registrato?
Per la composizione e la scrittura delle partiture per tutti gli strumenti mi sono affidato ad una Digital Audio Workstation, lavorando in ambito prettamente casalingo e producendo dei rendering provvisori con plug-in virtuali (quindi strumenti sintetizzati) da usare come riferimento, quindi ho esportato tutti in brani in formato midi. Lo so, è un metodo che non ha nulla a che vedere col metal classicamente inteso, ma anche in questo risiede la particolarità del progetto! Ho avuto la fortuna di lavorare con Attitude Studio di Milano, gestiti da Andrea “Rock” Toselli e Gianluca Veronal, i quali mi hanno fornito dei musicisti “ospite” di altissimo livello che hanno imparato ed eseguito tutti i miei spartiti con precisione e fedeltà assolute! Tutti i ragazzi dello studio hanno una preparazione vastissima, che spazia dal punk rock al pop radiofonico, e sono, sotto sotto, tutti appassionati di Heavy Metal, quindi non ci sono stati problemi nel trovare la quadra di tutto, anche perché avevo fin da subito idee molto, molto chiare su quel che volevo ottenere!

5 - Stai già lavorando a nuova musica? E pensi che ci saranno cambiamenti importanti nel tuo sound?
No, non sono al momento impegnato in nuove composizioni: ammetto di non avere alcun controllo creativo su quel che il mio inconscio sembra produrre in tutta autonomia! Talvolta vengo letteralmente tormentato da nuove melodie che emergono al vaglio della coscienza, e allora devo quanto prima mettermi al lavoro per annotarmele e inquadrarle nelle regole di teoria musicale. Scherzo spesso dicendo che il disco non l’ho composto io, ma il mio inconscio: io l’ho solo trascritto! Se dovessi mai rimettermi all’opera, credo che il mio cervello mi proporrà sempre quel tipo di melodie alla Iron Maiden: sembra che i miei neuroni abbiano una spiccata predilezione per quello stile, e chissà perché!

6 - State pianificando delle date per il nuovo anno?
Quiet River è un progetto solista anomalo, che porta all’estremo la formula della one-man band. Il mio è un approccio alla musica del tutto cerebrale, teorico e concettuale, mai realmente fisico! Lascio che grandi musicisti professionisti si occupino di eseguire i miei brani, avendo però sempre cura che quanto scritto possa essere riportato su strumenti reali. Non esiste quindi nessuna band, se non il mio sistema nervoso centrale! Pertanto, com’è facile immaginare, non ci saranno mai live, anche perché non è proprio connaturato al progetto stesso! La mia musica esiste solo quando passa dalla mia mente ai solchi (ormai digitali) del disco, immortalando così la mia essenza. E’ un modo per superare la propria morte e consegnarsi così all’eternità…

7 - Quali obiettivi ti eri prefissato prima di partire in questa avventura con i Quiet River e dove pensi di essere arrivato?
Il mio obiettivo era di fare esattamente quel che potete ascoltare in “Echo Chamber”! Avevo qualche dubbio, prima di entrare in Studio di registrazione, sulla riuscita della performance e della resa sonora che desideravo da sempre. Nel momento in cui mi hanno consegnato il master, ho provato la sensazione di aver raggiunto appieno il traguardo, senza compromessi e senza accontentarsi. Quel disco rappresenta la più grande soddisfazione della mia vita.

8 - Quali sono gli artisti che più ti hanno influenzato?
Iron Maiden, Iron Maiden e poi di sicuro Iron Maiden… ah già, e anche gli Iron Maiden!

9 - Abbiamo finito. Lascio le parole conclusive a te!
Grazie per lo spazio concessomi con questa intervista: se siete cresciuti ascoltando la creatura di Steve Harris e compagni, e se non disdegnate delle screaming vocals al posto di Bruce “Air Raid Siren” Dickinson, anzi, la cosa vi suscita curiosità, allora dritti su Quiet River, album “Echo Chamber”! Non ve ne pentirete!


Intervista a cura di Mirco Innocenti

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