Intervista ai MADVICE


Death melodico che prende spunto dai maestri At The Gates ma riesce anche ad essere abbastanza peculiare per i frequenti stacchi groove e qualcosa di hardcore. A tutti voi, i Madvice!

01. Ciao ragazzi. Il vostro nuovo lavoro si intitola “Under the Burning Sky”, parliamo un po' del suo processo di realizzazione e di quanto ci avete impiegato per ultimarlo.
Ciao, grazie per l’intervista. Il processo compositivo di “Under the Burning Sky” è iniziato poco dopo l’uscita del precedente album, “Everything Comes to an End”. Abbiamo impiegato un po' di tempo a ultimarlo perché, fino al momento in cui ci siamo bloccati per l’emergenza COVID-19, ci siamo dedicati totalmente ai live. Chiusi in casa per il lockdown, abbiamo impiegato veramente poco per finire gli ultimi pezzi, dopodiché siamo entrati in studio e abbiamo registrato. Generalmente, il processo compositivo parte da Maddalena e Raffaele (rispettivamente chitarra e basso), poi la struttura viene passata a me e Marco (voce e batteria) per completare l’opera.

02. Il vostro melodic death metal riesce a fondere vecchio col nuovo, con stacchi groove e via dicendo. Quali sono le band che vi hanno maggiormente influenzato e credete che abbiano contribuito per definire il vostro sound?
Sicuramente, in ambito melodeath, la nostra maggiore influenza sono gli At The Gates. In più, abbiamo una punta di thrash metal (alla Nevermore, Metallica) nei riff, poiché Maddalena e Raffaele sono molto legati a quel sottogenere. La parte più moderna è data principalmente da Marco, il più giovane di noi, che ascolta principalmente modern extreme metal. Io aggiungo un pizzico di black nel cantato (il mio genere preferito).

03. Il vostro ultimo album è forse un concept? So che si parla di Lucifero, quindi vi pongo questa domanda…
Domanda pertinente. Credo non si possa parlare di un vero e proprio concept, non c’è realmente un racconto che lega i pezzi dal primo all’ultimo. Però c’è senz' altro un filo conduttore che lega tutti i testi, consistente in un miscuglio di ribellione, disagio per il fallimento della razza umana e ineluttabilità della morte

04. Come vedete lo stato di salute del melodic death metal sia in Italia che all'estero?
Forse non sono la persona più adatta per rispondere alla domanda: non ho intenzione di offendere nessuno, ma, a parere mio, il melodic death metal sta malissimo, è quasi morente, come tutto il metal per come lo intendevamo noi, non più giovanissimi, negli anni ‘90. Sento band potentissime, con suoni enormi, con screaming cattivissimo ma tutte uguali l’una all’altra, tecnicamente ineccepibili ma totalmente prive di anima. Non fanno proprio per me, continuo ad ascoltare le band che ascoltavo 25/30 anni fa, e neanche tutte

05. Che riscontri sta ottenendo il vostro nuovo album? Siete soddisfatti e pensate che la gente stia capendo veramente quelle che erano le vostre intenzioni?
Il nostro album sta riscuotendo ottimi riscontri. Di questo sicuramente siamo soddisfatti, ma non so dirti se le nostre intenzioni siano state recepite oppure no. Posso solo anticiparti che cercheremo di essere ancora più chiari riguardo ai nostri intenti nel prossimo lavoro.


06. Dove avete registrato e mixato il disco? La produzione è sicuramente un valore aggiunto af un album già di per sè molto valido!
Maddalena, nostra chitarrista e Mastermind, è anche un’eccezionale tecnica del suono. Lei ha registrato e mixato il tutto, che poi è stato masterizzato da Davide Barbarulo al 20Hz20kHz Mastering Lab.

07. State facendo o pianificando dei live show?
In questo momento, purtroppo, non stiamo suonando molto, speriamo di invertire questa tendenza nel prossimo futuro.

08. Allo stato attuale il metal sembra vivere quasi solo grazie alle vecchie glorie e non sembra esserci, da parte del pubblico, la voglia di voltare pagina e dare spazio a nuove leve. Come mai secondo voi tutto ciò? E come si potrebbe risolvere la situazione?
Sicuramente è più facile, dal punto di vista di un ascoltare, andare a un live di una band di cui già si conoscono i pezzi, richiede una minore attenzione. Non credo ci sia da voltare pagina, molte band di vecchie glorie hanno ancora molto da dire. Ci sarebbe spazio per tutti, forse semplicemente ci sarebbe bisogno di una maggiore cultura musicale. Non ho però idea di come si potrebbe fare per risolvere la situazione.

08. In questi anni avete avuto dei cambi di line-up? E pensate che ora siete a posto come formazione? In tal senso, perchè secondo voi molti band hanno un continuo vai e vieni di musicisti?
Il nucleo della band si è formato nel 2016 con me alla voce, Maddalena alla chitarra e Raffaele al basso. Abbiamo impiegato un po' di tempo a trovare il batterista e, finalmente, a fine 2017 Marco si è unito a noi. Da allora siamo sempre stati noi 4. Molte band hanno via vai di musicisti perché i membri tendono a pestarsi i piedi l’un l’altro. Credo che rispettare la creatività di ognuno sia la chiave per una pacifica convivenza.

09. I Madvice dove sono arrivati e dove vogliono arrivare?
Non siamo arrivati da nessuna parte e non abbiamo un punto di arrivo. Facciamo semplicemente la musica che vogliamo fare.

10. Abbiamo finito, le ultime parole a voi
Grazie mille per l’intervista, è molto importante per una band underground avere lo spazio per parlare della propria storia e della propria musica.


Intervista a cura di Mirco Innocenti

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