Intervista ai T.I.R.


Oggi intervistiamo i T.I.R., storica formazione heavy metal italiana che ci ha parlato del loro ultimo lavoro discografico intitolato "Metal Shock" e di altre cose interessanti. Buona lettura!

1 - Ciao! Siete una band storica e quindi passerei a parlare del presente. Avete pubblicato nel 2019 "Metal Shock". Adesso cosa bolle in pentola?
Ciao! Grazie alla redazione di HardHeavyCore per questa intervista. Stiamo lavorando in studio sul nuovo materiale per scegliere i brani che finiranno nel prossimo album. Con la nuova formazione ci siamo recentemente esibiti dal vivo in un festival con primi riscontri (sul posto e sul web), molto positivi. Siamo altresì entrati nella scuderia della RockOnAgency.

2 - Come si è evoluto secondo voi il vostro sound in questi ultimi quarant'anni circa?
Guarda, il suono dei TIR si è sempre contraddistinto per una forte dose di compatto heavy metal. Con il passaggio del cantato dall’inglese alla lingua madre, quel muro di suono iniziale è rimasto pressoché intatto, arricchito strada facendo da fraseggi chitarristici e arrangiamenti ancor più elaborati. Talvolta ci riconoscono influenze metal classiche (Priest in primis), ma questo credo sia naturale per il genere.

3 - Come mai, discograficamente, pubblicaste un demo nel 1984 e poi siete tornati sul mercato quasi vent'anni dopo col primo vero full-length "Heavy Metal”?
E’ una lunga storia. Il demo del 1984 è stato solo una tappa. L’anno successivo i TIR vennero scelti tra le migliori band italiane per far parte della storica compilation “Metallo Italia” con il brano (allora ancora cantato in inglese) Amsterdam. Successivamente videoclip, un importante passaggio a Sanremo, moltissimi live in un raggio di azione sempre più ampio. Sono avvenuti cambi di formazione, uscite e rientri, che hanno conseguentemente rallentato per un periodo la produzione della band. Siamo poi giunti al contratto con la Jolly Roger Records e alla pubblicazione nel 2011 di Heavy Metal, realizzato con la collaborazione di Giuseppe Cialone e Piero Arioni, rispettivamente voce e batteria dei Rosae Crucis, amici e all’epoca anche compagni di etichetta.


4 - Quali sono le band che vi influenzarono agli inizi? E sono ancora quelle allo stato attuale?
I nostri riferimenti per l’heavy metal sono sicuramente i Judas Priest e tutto quel mondo fatto di chitarre distorte che agli albori degli anni 80 invasero con tutta la loro potenza il mercato discografico (all’epoca fermo all’hard rock). Cerchiamo di mantenere quel filone classico, non eccessivamente melodic metal e di conseguenza troviamo il nostro family feeling nella NWOBHM e successive evoluzioni. Nonostante il nostro corposo presente heavy metal è da tener presente che il funambolico Sergio Bonelli proviene da studi musicali classici e insegnamento, a similitudine di Danilo Antonini (in passato anche in tour con Ian Paice in Italia, Spagna ed Est Europa). Dino Gubinelli ha suonato (parallelamente ai TIR) il basso e contrabbasso in note ensemble rock e rockabilly. Gioele Sozzi, M° al 9° anno di batteria nonostante la sua giovane età, è cresciuto a pane ed heavy, influenzato dai grandi maestri del “double bass”. Enzo Sima, autore e nuova voce dei TIR ha suonato di tutto, hard, heavy, jazz rock, progressive ed ha importanti trascorsi di conduzione in radio e sul web.

5 - Cosa vuol dire suonare heavy metal puro ancora nel 2023? Per voi sembra quasi essere uno stile di vita e non solo un genere musicale...
Come dice spesso il grande Rob Halford, l’heavy metal è un genere altamente inclusivo e diventa gioco forza anche uno stile di vita sincero, fraterno, vitale. Fortunatamente sono molte le band che suonano del buon metal in Italia; siamo particolarmente orgogliosi di portare avanti questa bandiera e continuare a far volare in alto la nostra aquila.

6 - Il metal in Italia. Riusciremo mai ad essere davvero competitivi con altre realtà estere?
Sinceramente, non crediamo che il problema sia quello della competitività oltre confine. Unitamente alle band storiche, in Italia abbiamo delle realtà oramai consolidate come i Lacuna Coil, DGM, Rhapsody, Labyrinth, Flashgod Apocalypse, band che trovi spesso nei bill di festival internazionali. Ci facciamo valere all’estero anche nelle sonorità più scure dove band come gli Shore of Null o i Novembre trovano il loro spazio, ma ce ne sono veramente tante altre di valore e che meriterebbero ancora più fortuna. Bisognerebbe lavorare ancora per sdoganare a livello mediatico il genere. Mancano passaggi radio importanti, videoclip nei canali TV musicali, nuovi festival di settore e necessarie sponsorizzazioni. Bands e pubblico presenti, anche in gran numero!

7 - State forse lavorando a del nuovo materiale? Ne vogliamo parlare?
Come accennato ad inizio intervista, stiamo già lavorando per scegliere le tracce da inserire nel prossimo album. L’apporto compositivo nei TIR si è ulteriormente allargato e questo contribuirà ad un maggior apporto di idee e arrangiamenti. Ci piacerebbe riproporre qualche nostro classico in nuova veste… vedremo strada facendo.

8 - Ragazzi lasciate un messaggio ai nostri lettori, l'intervista è finita!
Oltre a ringraziarvi ancora per la piacevole intervista, cogliamo l’occasione per salutare tutti i lettori di HardHeavyCore, invitandoli a seguire nei nostri canali e interagire sulla pagina FB dei TIR per essere aggiornati sulle prossime attività della band. Stay Metal!


Intervista a cura di Mirco Innocenti

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