MENERVAH "Hard Times" (Recensione)

 

Full-length, Independent
(2023)

Presentato da una copertina tanto bella quanto drammatica, il debutto sotto forma di ep dei calabresi Menervah mantiene le premesse dell'artwork proponendoci un particolare concetto di alternative rock/metal, che sovente si va a sporcare di tinte dark, psichdeliche e dai sapori settantiani (con tanto di tastiere hammond che emergono in più punti).

In un certo senso questo mix di stili era già stato esplorato da molte hard rock band degli anni Novanta, a partire da Soundgarden ed Alice In Chains, ma quello che troviamo in questo "Hard Times" è un qualcosa che va a toccare solo di striscio quel tipo di sound, cercando invece di provare a rendere quelle intuizioni ancora più sommesse e drammatiche. Questo è ben evidenziato da un lavoro di chitarra egregio, dove su uno stuolo di riff ben affilati si sposano altri strati di chitarra e spesso anche synth. Questo porta per certi versi ad abbracciare il dark/post rock di band come Katatonia e i Paradise Lost di certi album usciti a cavallo tra i Novanta e i Duemila.

Detto questo, la voce di Antonio Orrico è forse l'elemento più "grunge" del lotto, con la sua timbrica alla carta vetrata tipica della piovosa scena di Seattle, e si eleva in brani dove tutta la potenza rock viene allo scoperto, anche se c'è da dire che in questo lotto di canzoni tutti i pezzi hanno una chiara impronta adrenalinica, appena stemperata di un episodio elettronico anomalo come "Incipit!", che quasi sfocia nella dark pura degli anni Settanta/Ottanta, chiamando in causa Joy Divisione e Kraftwerk, ma solo con un tocco più al passo coi tempi.

Un ep quindi sorprendente a tratti, un po' acerbo in altri, data la giovane età sia anagrafica che "di militanza" di questa band, ma che ha il seme di qualcosa che germoglierà molto bene.

Recensore: Mirco Innocenti

Tracklist:
01. Animals
02. Destiny
03. Incipit!
04. Never Forget You
05. Outsider

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