ETERNAL WHITE TREES “The Summer That Will Not Come” (Recensione)
Full-length, My Kingdom Music
(2023)
La Sicilia che non ti aspetti, avvolta in atmosfere oscure e gelide e dai contorni scandinavi, fin dal suo semplice ma evocativo artwork si pone al centro dell’album d’esordio del trio catanese Eternal White Trees, dal titolo “The Summer That Will Not Come”. Il progetto nasce nel 2019 dalla collaborazione tra tre già noti esponenti della scena metal sicula: alla voce troviamo Gerassimos Evangelou, fondatore della one-man band ambient black metal Lord Agheros, alla batteria l’ex-Sinoath Andrea Tilenni e alla chitarra Antonio Billè (ex-Spoilshroud). La musica proposta dal trio in questo suo debutto è un gothic/doom metal maliconico e sognante, scandito da riff semplici e dai richiami dark che rimandano alle atmosfere dei Katatonia o dei Paradise Lost, ad accompagnare l’ascoltatore pezzo dopo pezzo negli angoli più lugubri e spettrali della Trinacria meno conosciuta.
“Eternal White Trees” si sviluppa in otto tracce per un totale di quarantasette minuti di durata, schiuse dalla struggente intro acustica “It Comes the Rain”, dopo la quale troviamo l’evocativa “Ravens Lady”, che con il suo main-riff doom metal malinconico e avvolgente e il cantato sognante di Gerassimos Evangelou anticipa quelli che sono gli ingredienti principali del lavoro. “Reasons”, uscita anche come singolo, si apre con una melodia lenta e dai richiami alternative, accompagnata dalla voce solenne e quasi liturgica del vocalist; “The Butterfly and the Hurricane”, si fa notare per il suo riff post-doom avvolgente e a tratti drammatico e per il suo refrain orecchiabile con voci sovrapposte, mentre la successiva “My Funeral” è una ballata elettronica tragica e malinconica, scandita dalla voce struggente di Gerassimos Evangelou, veicolo di emozioni oscure e tragiche da cui è facile lasciarsi travolgere.
La title-track è il brano più completo e riuscito dell’album, aperto da un’introduzione post-rock atmosferica su cui si pone il riffing gothic/doom di Antonio, lento e avvolgente, fino a diventare un brillante assolo melodico: un intermezzo di tastiere molto evocativo anticipa la ripresa epica e solenne del finale. Chiude il lavoro la lunga “Flawless”, sette minuti e mezzo schiusi da tastiere ambientali e da un riff dark/gothic dai richiami alternative e intervallati da un passaggio in pianoforte con un recitato molto intenso; la ripresa si erge su melodie progressive malinconiche e tragiche, in un crescendo finale epico e maestoso, perfetta conclusione di un album dall’elevata componente evocativa.
“The Summer That Will Not Come” è in sostanza un ottimo esordio, fondato sulla semplice ma efficace fusione tra riff malinconici e ripetitivi, refrain orecchiabili e un cantato sognante e variegato, il tutto avvolto nelle atmosfere oscure e gelide del dark metal. La ricetta qui descritta si ripete tuttavia per quasi cinquanta minuti senza quasi mai variare e questa è l’unica nota stonata del lavoro, che ci auguriamo gli Eternal White Trees possano correggere e migliorare nelle prossime uscite.
Tracklist:
1. It Comes the Rain
2. Ravens Lady
3. Reasons
4. Waters
5. The Butterfly and the Hurricane
6. My Funeral
7. The Summer That Will Not Come
8. Flawless
Links:
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