CHROME SKY "Ice God" (Recensione)


Full-length, Ghost Record Label (2022)

I progetti a distanza sono sempre quelli più difficili a completare per tutta una serie di fattori tra cui la presenza che essendo a distanza è ancora più difficile organizzare. Fortunatamente con i mezzi che ci son oggi a disposizione, riusciamo a dare vita a progetti musicali davvero impressionanti. E' un pò quello che hanno fatto i l due dei Chrome Sky dove l'asse Italia - Olanda, da vita al secondo lavoro un Ep con la E maiuscola dal titolo "Ice God". Paolo Miano (Italia) e Mario Ferrarese (Olanda), sono i fautori di questa nuova pubblicazione.

Un sound attuale, potente ma melodico, ricercato e brutale, insomma pienamente nei canoni del genere ma con un impronta personale davvero netta che colloca la band nel panorama Industrial Metal, con determinazione e senza paura di cadere in qualcosa di già sentito, i Chrome Sky dichiarano subito le loro intenzioni, facendo entrare il sound nelle ossa già dai primi secondi concedendo un ascolto quadrato potente che fà esplodere tutto il potenziale della band. Eccellente "Greedy Hands" che riesce a gonfiare le vene trasmettendo la giusta potenza con chitarre che stridulano , linee vocali che pompano e un'impressionante volume di synth che gonfiano il sound, rendendo tutto molto convincente. "No Time No Space" riteniamo a nostro la traccia più morbida dell'album un bel tributo al compianto Franco Battiato, traccia che la band ha saputo ulteriormente valorizzare portandola ad uno stile più estremo senza esagerare o stuccare.

"Ice God" , l'Ep, è molto convincente per struttura e riff dei brani in generale. Un'altra bella prova che sicuramente avrebbe più risalto ed attenzione se portata anche dal vivo. Per il momento ascoltiamolo, perche chi si accontenta gode.

Recensore: Luca

Tracklist:
01. Ice God
02. Greedy Hands
03. No Time No Space
04. Serpens MCMXCVIII - MMXXII

Links:

Commenti

Post popolari in questo blog

MEGHISTOS "The Reasons" (Recensione)

DARKHOLD "Tales from Hell" (Recensione)

GOTLAND "Rise" (Recensione)